22/02/2013 10:26
Lo scrive la procura di Cremona nella nuova richiesta di proroga delle indagini preliminari notificata nei giorni scorsi a 44 indagati. Un documento che testimonia come le indagini non siano affatto finite. E come, nonostante lindifferenza della Federcalcio, sul tavolo dei magistrati siano finite nuove telefonate, nomi, cognomi e tabulati che rischiano di inchiodare definitivamente le persone già coinvolte nellinchiesta (tra le quali Stefano Mauri, arrestato a giugno e per il quale non è cominciata nemmeno linchiesta sportiva) ma soprattutto di allargare notevolmente il giro. «Si indaga - scrive il procuratore Roberto Di Martino - sulla manipolazione di almeno 40 partite. Gli indagati sono oltre 150. Le indagini sono ampiamente in corso e, in particolare, è in corso di valutazione lesito della rogatoria ungherese che dovrà essere integrata con la richiesta di nuove attività. Ed è in corso una rogatoria in Svizzera ».
I due atti servono per capire cosa è accaduto in Lazio-Genoa e Lecce-Lazio dove i magistrati sono convinti che Zingari e Ungheresi presero accordi con i giocatori, partendo dal capitano della Lazio, Stefano Mauri, perché si verificasse lover (come poi effettivamente accadde). Per dimostrarlo verranno analizzate «circa 200 apparecchiature informatiche nella disponibilità degli indagati » e «sono in corso accertamenti fondamentali sui tabulati ». Fin qui, gli atti necessari per sostenere le attuali accuse. Ma cè di più. «Sono avvenute recentemente - dice Di Martino - delle ulteriori nuove iscrizioni. È ancora in corso di identificazione un personaggio che teneva i contatti tra il sodalizio e dirigenti e tecnici delle squadre di serie A e che pretendeva per le sue prestazioni somme dellordine delle centinaia di migliaia di euro a partita».
È il mister X. Anzi i due mister X che ormai gli uomini del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia hanno individuato: sono gli uomini di cui ha parlato Erodiani ai magistrati, di cui ha raccontato il latitante Ilievsky a Repubblica e che è stato riconosciuto da Gecic in carcere a Cremona. I due avevano contatti con i giocatori e con i dirigenti e presidenti (questa una novità importante) di parecchie squadre di serie A. Lavoravano come allibratori (piazzavano per conto loro le scommesse) e in cambio rivendevano su piazza le informazioni dietro pagamenti in contanti di centinaia di migliaia di euro. I nomi sono sulla scrivania dei magistrati. Da qualche giorno ci sono anche i loro tabulati telefonici degli ultimi due anni, con i nomi di tutte le persone con cui hanno avuto rapporti. Tanti, soprattutto nel weekend.