Il senso di Toro per la neve

25/02/2013 10:58

Cose greche, come il mito di Atalanta, la ninfa che metteva in palio se stessa come premio per chi l’avesse battuta nella corsa e che si distrasse per raccogliere tre mele a terra. A questa storia s’è ispirato chi a Bergamo, alta o bassa che fosse, decise di fondare una squadra di calcio. Non poteva che essere un greco a castigare l’Atalanta, nel giorno in cui tre mele sono finite nella porta di Consigli. Cose greche, ma anche un po’ romane. Il modo in cui sta in campo è quello di uno che non ha paura di niente e che nella sua nuova squadra s’è ambientato subito. Non era semplice, per uno che è arrivato a fine gennaio e dopo 10 giorni ha visto cambio di tecnico e contestazione. Ma poi perché stupirsi? Avete presente i tifosi greci? La pressione per lui è un concetto astratto. E il ruolo che gli ha ritagliato Andreazzoli sembra cucito apposta per lui.

La conferma s’è avuta proprio ieri, quando ha confermato l’ottima impressione che aveva lasciato la settimana scorsa contro la . Sa quando spingere e quando difendere e sa anche come farlo. Sul secondo gol di Livaja c’era lui, ma ha subito una spinta evidente non rilevata dal pessimo (come spesso gli capita contro la Roma. Sfortuna) De Marco. Lui l’ha risolta a modo suo, segnando il gol del 3-2 con una palla di neve arancione. Fa così un greco-romano, abituato alla lotta, anche se quella greco-romana non sarà più olimpica. Lui però è Olympiacos, anzi era. Ora è Roma, per Vasilis. Che in italiano è Basilio. Sì, non ha paura di niente e forse viene da San Basilio. Cose romane e romaniste.