25/02/2013 10:11
O un uomo che danza sul ghiaccio in frac a petto leggermente in fuori, giusto per segnare la differenza dagli altri pedatori, e per segnare coi guanti neri da sera per un intervento chirurgico, una punizione alla Zico col pallone che sparisce tra Copacabana e la Val Brembana. Mira Pjanic. Mira. Poi è gol. Il primo caso di rete invisibile nella storia del calcio. Poi jhanno cambiato pure il pallone, come fanno i ragazzini che rosicano quando stanno a perde, ma alla fine la Roma ha vinto comunque. Perché è stato deciso non solo da Dio ma anche dagli uomini, da tutti gli uomini in terra di buona volontà che giocano per la Roma e per un allenatore. Si chiama Andreazzoli Aurelio, da Massa Carrara, terra damore e dAnarchia in giornate elettorali, tecnico che emana calore sotto il gelo: un uomo che non è solo al comando perché manda i baci ai suoi giocatori e li abbraccia prima di mandarli in campo, come a dirgli: "va e ama la Roma".
In fondo è la cosa più bella del mondo. Mi sa che Spalletti era la sua controfigura. Allo Zenit speriamo ci finisca questa Roma. Il punto massimo dellorizzonte (cioè un posto Champions e la Coppa Italia contro quelli). I segnali sono belli: a casa della Dea non poteva che decidere luomo venuto dallOlimpo. È la sintesi fra cielo e terra, è una palombella. Unincornata da Torosidis buona per una battuta ("comè sto go? greco") nella giornata dellanniversario delladdio di Alberto Sordi. Il bacio di Andreazzoli va a lui e a chiunque contribuisca a fare grande Roma, che sotto un manto di neve bella mappare. Ma che persino più bella è.