18/02/2013 09:12
Oggi, il 18 febbraio di ventanni fa. Un tiro lunghissimo. Qualcosa che viene da lontano e tarriva qui vicino, accanto, quando cè un anniversario del genere, come un tiro tirato a 113 chilometri allora, dritto per dritto sotto la tua curva. Francesco Totti questo Roma-Juventus lha vinto in settimana quando ha deciso di parlare attraverso il sito dopo un paio di giorni in cui era stato indeciso se farlo o meno. Per lui la faccenda Osvaldo era finita un attimo (beh, forse due) dopo il rigore sbagliato in tutto e per tutto da Osvaldo. Poi ha aspettato e quando ha visto il suo compagno massacrato e le ricostruzioni raccontate su quanto dettogli da Andreazzoli strumentalizzato, ha piazzato il suo rigore: «Giù le mani dalla Roma». Che poi è come dire con la voce dellamico di sempre di «ricordiamoci che siamo la Roma». E successo sabato. Soprattutto quando la squadra è andata sotto la curva per riscaldarsi, una cosa del genere era successa per la prima volta proprio con la Roma di Zeman. E ritornata una certa romanità nella Roma. Sembra un paradosso e forse lo è, uno scherzo del tempo. Per Totti comunque fa lo stesso, per lui il tempo non passa, per lui la verità di Zeman o la normalità di Andreazzoli fanno lo stesso. Sabato sera dopo la partita oltre a essere ovviamente e spudoratamente felice come ogni tifoso della Roma, Francesco era sollevato.
Proprio per le polemiche, per le chiacchiere fatte su di lui, e per quelle parole che aveva deciso di affidare al sito. Le parole si sono trasformate in gol, è poi a cena che ha trasformato lacqua in vino. Sabato sera lha passato con i suoi affetti e cogli amici, domenica a Bergamo non ci sarà per squalifica. Tornerà col Genoa per superare unaltra volta se stesso più che per raggiungere Nordahl. Lo ha sempre fatto. Il giorno dopo Roma-Juventus 1-0 gol di Totti puoi fare i mille articoli che vuoi, mille che sono men dei suoi 224 gol... Puoi ricordare tutte le volte che la Roma ha vinto 1-0 con gol di Totti, e una volta con lo scudetto sul petto battè il Milan allOlimpico, unaltra volta - pensate - battè da solo, dopo secoli, il Real Madrid al Bernabeu; puoi e devi raccontare tutte le volte che il 10 è stato se stesso, cioè Diecisivo, puoi giocare col 10 e con l1-0, con un io che è collettivo.
Raccontare persino di Italia-Australia solo per zittire tutti quelli che lo confinano nella Roma, che pure è una terra distesa di felicità e la capitale del mondo nel tempo (è una citazione di Gnisci, professore di Letterature Comparate allUniversità Sapienza di Roma), e ricordare a questEuropa che non funziona, gli Europei dOlanda. Raccontare di quella notte di Coppe e di Campioni a Lione quando anche con un suo gol e di quellaltra volta a Valencia quando vinse 3-0 in uno stadio dove non aveva vinto nessuno uscendo fra gli applausi dei matati; del gol che ha il mattino in bocca col Parma che forse è il più simile di tutti a questaltro film di Kubrick girato in notturna (Totti Barry Lyndon). Ricordarti i gol di Genova e quelli di Milano, la doppietta col Milan, quella con lInter a San Siro, il 6-2 in finale di Coppa Italia, la sua firma nella Supercoppa con la Fiorentina, e i gol nei derby, così come quelli nelle piccole partite. In ogni centimetro di Roma ci trovi Totti. Ma la cosa migliore è forse ricordare un altro Roma-Juve, giocato in un giorno che è un altro anniversario (il 17 dicembre, San Paolo Roberto Negro) del 1978 quando Roma-Juventus finì 1-0 con un gol di Agostino Di Bartolomei. Francesco Totti non è mai sembrato così simile a lui.