Sabella: «Burdisso e Lamela sempre sotto osservazione...»

20/02/2013 10:08



Fatto che non è sfuggito al ct dell’Argentina Sabella: «Sono due giocatori che osservo sempre» ha dichiarato il tecnico, in vista delle prossime convocazioni. E ancora: «Sono importanti e in passato sono stati chiamati. Ma oltre all’attuale momento in cui sono, che è buono, non è importante solo il lato calcistico ma anche quello umano».



Per Burdisso la seconda parte della stagione sta rappresentando una sorta di rinascita. Lui che a gennaio meditava di lasciare Trigoria, delle ultime 8 gare ne ha giocate 7: in panchina solo contro l’Inter, tutti i 90 minuti nelle altre. Una stagione non facile per l’argentino: nonostante Zeman ne apprezzasse impegno e carattere, il numero 29 giallorosso non aveva caratteristiche adatte all’idea del gioco del boemo. Troppo tendente a tornare verso la porta, per un tecnico che professava l’idea del fuorigioco a tutti i costi. «Soffre, non riesce a rendere al meglio, ma ne vorrei 20 come lui» le parole del boemo, che nonostante questo l’ha tenuto spesso in panchina (complice l’exploit di Marquinhos). Con il cambio in panchina, sembra cambiata anche la sorte del centrale argentino. L’esperimento "difesa a 3" targato Zeman è durato solo 120 minuti. Ma il successore Andreazzoli ha deciso di riprovarci, credendoci forse un po’ di più. Fallita la prima, con tre gol rimediati dalla Sampdoria, contro la la caparbietà ha ripagato. La Roma ha vinto. Ha vinto contro la . Ha vinto subendo pochissimo, e il merito è stato anche di Burdisso.



Dall’altra parte del campo, con un altro ruolo e altre responsabilità, c’è Erik Lamela. «Stupirà la gente, farà innamorare i tifosi» le parole di , appena l’attaccante è sbarcato a Roma dal River Plate. E così è stato. Certo, ci è voluto un po’ per carburare. L’esordio shock con gol col Palermo ha lasciato tutti di stucco, ma poi la stagione è stata altalenante anche per l’argentino, non solo per la squadra di Luis Enrique. Con Zeman il vento è cambiato. Perché, si sa, con Zeman i giovani sbocciano al meglio. Undici gol in venti presenze, una sicurezza che è difficile da trovare in altri ventenni. È uno che va di corsa Erik Lamela, in tutti i sensi. Un talento che da grezzo si è fatto puro in pochissimo tempo. Non senza ostacoli: un cammino percorso un po’ in maniera scostante, ma mai senza perdere di vista la meta. Ora uno di quegli obiettivi, oltre a vincere tutto con la Roma, è conquistare la maglia della nazionale argentina. E di certo, continuando così, i passi che mancano sono davvero pochi.