La trattativa Così il Fulham si è fatto sotto nei giorni scorsi con la Roma, offrendo tre milioni di euro. Offerta respinta al mittente, con una controfferta: a 6 milioni l'affare si chiude. Per un po' gli inglesi sono scomparsi, poi nella notte tra mercoledì e giovedì il Ceo Alistair Mackintosh ha chiamato Franco Baldini per dare l'okay: l'affare si fa. Tempi stretti? Forse. Sta di fatto che la Roma ha autorizzato Stekelenburg a volare ieri a Londra, in modo che fosse lì per firmare il contratto in tempo con le scadenze del mercato inglese nel caso in cui i giallorossi avessero trovato l'alternativa. Maarten è partito alle 18.30 con un Cessna privato (
«Me ne vado, chiedete a Zeman perché», ha risposto a Ciampino ai tifosi che gli chiedevano il motivo del suo addio), ma quando è atterrato a Gatwick ha scoperto la brutta sorpresa:
«tutto saltato, devi tornare a Roma».
Era andato consapevole della situazione, certo, ma la notizia non l'ha reso certo felice.
Mancati incastri Ma cosa non è andato come doveva nelle ultime ore di mercato? La Roma cercava un'alternativa, si era pensato anche a
Viviano (Palermo, in prestito alla Fiorentina) anche se gli occhi di Trigoria in realtà si erano mossi molto più in là: in Brasile, alla caccia di un portiere su cui Sabatini aveva messo gli occhi già da tempo. Non Cassio del Corinthians, bensì Rafael (Santos), 22 anni, una Coppa Libertadores in bacheca e il titolo di miglior portiere del Campionato Paulista nel 2012. Passaporto portoghese, è considerato l'erede di Julio Cesar e si è già affacciato in nazionale.
La Roma puntava a blindare la porta del futuro proprio con lui. Non ci sono stati però i margini di tempo necessari, complice anche il fuso orario. Tornerà invece Stek, da separato in casa.
L'olandese volante è riatterrato a Trigoria. Ma per quanto ancora?