08/02/2013 10:25
Autogol? Con le regole di oggi il gol sarebbe di da Costa, ma allora niente moviola tutto restava nellincertezza. Da Costa non ha dubbi: era suo. Janich, invece, porta dentro di sé la colpa. «Quel tredicesimo gol...» si intitola il libro scritto dallex giocatore con CarloMatteo Mossa (Edizioni Eraclea). Sottotitolo: «Come divenni lincubo dei laziali». Il giallo del gol serve a raccontare una storia giallorossa, latmosfera del calcio cinquantanni fa. «Non ho visto mai nessuna regola, fazìa quello che volevi racconta da Costa nel suo italo-brasiliano . Che ti dico la veritade, nessuno mai si è permesso di dì qualcosa ai jogadori». Da Costa comincia a giocare a Olaria, un quartiere di Rio de Janeiro. Fa il primo provino senza le scarpe (che non aveva). Ma è forte, passa presto al Botafogo e poi alla Roma.
Cosa era la Roma, in quegli anni? «Jogava bene a casa per il suo pubblico, quando si andava fora non gliene fregava niente a nessuno, "tanto domenica prossima vincemo a casa"... Era tutta gente che faceva la vita da balordo, sempre co le carte in mano a jogà in ritiro, non avevan la mentalidade che ha un professionista». Il record di Dino da Costa in campionato (nove gol nei derby) è condiviso con Marco Delvecchio e insidiato da Totti (otto gol). Il coautore del libro, Carlo Mossa, docente di letteratura italiana e storia, studioso di Verdi, ebbe Dino da Costa come padrino di battesimo: il papà Tonino, fotografo, era amico del calciatore, appassionato di fotografia.