02/02/2013 09:05
Precipizio La Roma che precipita, tra giocatori che non sono in grado di giocare (Dodò) e altri che sembrano proprio fregarsene (Osvaldo) non può essere solo figlia di un portiere che non sa il suo mestiere e di un allenatore che, almeno qui, ha certo fatto il suo tempo. C'è qualcosa di diverso, di più complesso e preoccupante. La soluzione più facile, a questo punto, è certo l'esonero dell'allenatore. Ma basterà? Di buono per la Roma c'è che il retour-match con l'Inter per l'accesso alla finale di coppa Italia, l'unica cosa che resta in piedi, è slittato al 17 aprile.
Bravo Pulga Il tecnico del Cagliari deve avere studiato i numeri e constatato che la Roma coi suoi 38 gol «veri» al passivo, lo stesso numero di quelli del Cagliari che però tre li ha presi a tavolino proprio nel mancato match d'andata coi giallorossi, ha la peggior difesa del campionato dopo quella del Pescara. Detto fatto, ecco un 4-3-3 assai aggressivo. La Roma sembra essere totalmente disinteressata a questa mossa tattica. Infatti becca gol dopo meno di tre minuti, con Dodò che contempla lo sprint di Sau, il suo cross dalla linea di fondo, e il piattone di Nainggolan che si inserisce tra le belle statuine Bradley e Tachtsidis. Non è solo un gol a freddo, ma una specie di sberleffo.
San Francesco Dire che la Roma reagisca è una balla colossale. Sarà lo choc, ma i ritmi sono dopolavoristici e la voglia di scacciare i fantasmi di una settimana impossibile vicina allo zero. Mancano Pjanic, squalificato, Destro, Balzaretti e per un po' il convalescente De Rossi, che Zeman farà alzare a scaldarsi dopo venti minuti e che entrerà con Marquinho sul 2-1 sortendo l'effetto down di un ulteriore 2-1. C'è Burdisso, disastroso a Bologna, anziché Castan a fianco del rientrante Marquinhos, il leggiadro Dodò fa rimpiangere Balzaretti e Goicoechea, peraltro incolpevole sull'1-0, fa piangere tutti. Chiaro da subito, visto che Osvaldo è un fantasma, Lamela giochicchia per conto proprio e il centrocampo non funziona, che solo san Francesco Totti potrà levare le castagne dal braciere su cui sta per finire anche sua maestà Zeman. Succede su una punizione dove Agazzi e la barriera pasticciano, aprendo un'autostrada sul primo palo, quello che di regola dovrebbe essere coperto. Gol facile da punizione inesistente, piccolo risarcimento per il netto rigore negato a Tachtsidis, travolto dall'improvvido Ibarbo, otto minuti prima. Gol numero 223 in A, Nordahl sempre più vicino. Ma più vicino di tutti è il momento di follia di Goicoechea e quel che segue. Che cancella tutto: recriminazioni, statistiche e soprattutto Zeman.