Zeman: «La squadra era con me. Ma questa Roma ha dei problemi»

05/02/2013 08:49

 
Alla prima Ieri, dunque, è stato l'ultimo giorno di Zeman alla Roma (trovato l'accordo con Bruno Conti, resterà responsabile del settore giovanile). E la cinquantina di tifosi fuori Trigoria (insulti ai giocatori) l'hanno accolto con affetto, con un tifoso («Senza di lei, allo stadio non ci vado più») che gli ha buttato l'abbonamento dentro la macchina. «Ma la cosa non mi sorprende», ha detto il boemo. Nel frattempo, Aurelio Andreazzoli guidava l'allenamento a ranghi ridotti, visto gli 11 nazionali sparsi per il mondo. È per questo che il primo discorso del nuovo tecnico è stato veloce, rapido. «Liberatevi dalla paura», il monito di Andreazzoli (abolite le doppie sedute, d'accordo con la società). Che, a meno di colpi di scena, guiderà la Roma fino al termine della stagione. Nei colloqui con la società, il nuovo tecnico ha chiesto la garanzia di avere un po' di tempo (un mese) per essere messo alla prova. Il suo vice è Roberto Muzzi (al suo posto ai Giovanissimi Regionali Antonio De Cillis), Zago il collaboratore tecnico. Panucci? Non arriverà, difficile rinunciare al posto di secondo di Capello con la Russia, se non per un ruolo di primo piano (allenatore). «Sarebbe un sogno», ha detto Christian in questi giorni. Per ora, resterà tale.
 
Lo sfogo E Zeman? Ieri ha salutato un po' tutti: squadra, staff tecnico e giocatori. Si è soffermato un po' con , visto il rapporto speciale tra i due, con il capitano giallorosso che gli ha espresso solidarietà e la solita stima. Poi è salito ai piani alti, dove ha parlato con (corteggiato dalla Sampdoria) e Franco Baldini, con quest'ultimo che gli ha spiegato i motivi dell'esonero. «Non sono convinto, per me potevamo andare avanti», è stata la risposta del boemo. Che poi si è sfogato così, in alcuni passaggi mandati in onda da «Undici», la trasmissione di Italia 2: «Sono dispiaciuto per aver chiuso questo capitolo così, pensavo di dare qualche soddisfazione ai tifosi e non ci sono riuscito. Purtroppo sono mancati i risultati, senza di quelli diventa tutto più difficile. Ma io in questa squadra ci credevo». Il viso del boemo era tirato, gli occhi lucidi, quelli di chi ci sta male davvero. «Perché ho fallito? Io l'ho capito, la Roma ha dei problemi, altrimenti saremmo stati primi. Ma non lo eravamo, quindi i problemi c'erano». Adesso toccherà ad Andreazzoli trovare la medicina giusta e provare a risolverli.