“Ciao, io sono Francesco”

04/03/2013 12:40

Telefono: “Ciao Fiorella. Mi confermi oggi pomeriggio alle 16?”. Lei: “Si, tutto confermato. Francesco torna dagli allenamenti e passa da noi, non abita più qui. Se fa tardi vi offro un caffè”.

Conosco la famiglia dal 1988, quando mio fratello Alessio è entrato nelle giovanili della Roma, un anno più grande di Francesco, hanno sempre giocato insieme, fino alla Primavera. Gente molto semplice i : papà Enzo, usciere alla Banca di Roma, romano tipico, paffuto, sorridente, silenzioso. Mamma Fiorella, casalinga, romana ancora più tipica: effervescente, biondissima, chiacchiera sciolta, devotissima alla Madonna. Riccardo è il fratello più grande, buon calciatore, pessimo atleta, ottima forchetta.

Ore 16, via Vetulonia, casa . Gli occhi di Fabrizio sono increduli, agitatissimi. Lui muove solo quelli e parla a stento, quasi grugnendo. La Sla se lo sta portando via a soli 12 anni. Ma capisce tutto, testa sveglia, anche troppo e sa bene dove lo porterà quella malattia. Fabrizio ha un pensiero fisso: . Ogni domenica va allo stadio accompagnata da Corrado, il cugino grande, che è con noi pure oggi. è bello, biondo con gli occhi celesti, tira forte e segna tanti gol, romano e romanista. Fabrizio dentro si sente come lui. Fabrizio non sa dove stiamo andando.

Saliamo in casa, che fatica con la sedia a rotelle. Ci apre Fiorella, i suoi occhi blu, come quelli di Francesco, ci sorridono. Fabrizio vede foto di su tutti i muri della casa: “Bah – avrà pensato – questi sono romanisti come me”. Corrado mi guarda e trema: “Ho fatto male a non dirgli niente? Ora ho paura”.

16:30 suonano alla porta. Che tensione! Fiorella fa finta di nulla, io sono muto , Corrado trema, Fabrizio, dalla sedia a rotelle, guarda le foto sui muri. Entrano: la prima è Maria Mazza, bella, mora, napoletana, la fidanzata di Francesco. Dietro a lei, chiaramente emozionato, c’è , 22 anni appena compiuti, una ventina di gol con la Roma: ma è già il , il Bimbo de oro, lui è già la Roma. Ormai non può neanche girare per la à: tutti lo cercano, tutti lo vogliono, lui è la Roma.

Corrado gira piano la sedia a rotelle, Fabrizio si gira, mette a fuoco: un pianto dirotto, composto, dignitoso, un’emozione irrefrenabile, gli occhi parlano, meglio della bocca: To..To.., dice nel suo lessico corrotto dalla malattia. “Ciao, io sono Francesco”. Un bacio, due baci, tanti abbracci, lacrime, un’ora insieme, le foto, un caffè, i saluti.

Di tacco, o sinistro, pure di testa, rigori e punizioni, classe e potenza. Si, vabbè, pure lo sputo al danese, il calcio a Balotelli, qualche espulsione di troppo, gli sfottò ai laziali. Ora Nordhal, la storia, il mito, numeri da storia della Serie A. Lui è la Roma, lui è il calcio.

Ma chi conosce sa che Francesco è quello di quel pomeriggio, soldi e successo non lo hanno cambiato. Un ragazzo di popolo, timido di natura, non più timido per professione. Simpatico, battutaro, un po’ Enzo, un po’ Fiorella. Il dio del calcio gli ha regalato un pezzo di sé. Fabrizio si è fermato a una quarantina di gol, la Sla è stata più forte. è andato avanti, lui no. Lui sa chi è Francesco, in troppi non lo sanno. ‘Ciao, io sono Francesco’.

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