Andreazzoli: «Rifarei le stesse scelte»
31/03/2013 11:26
Ma il motore della sua Roma gira a vuoto almeno per un tempo, quando la vetta della montagna è troppo lontana da raggiungere per chi è rimasto più di 45 minuti al campo base. «Alla fine il Palermo ha meritato, siamo stati noi a non sfruttare le 5 palle gol che ci sono capitate nella prima frazione di gioco, ma questo non toglie il giudizio dalla prestazione finale. Non eravamo quelli delle ultime partite giocate».
Così come i vari interpreti in campo, a partire proprio da quello che nel post Zeman, non riesce ancora a trovare una giusta collocazione tattica in campo: «Lamela? Ha giocato sempre largo, lo ricordo così anche con il precedente allenatore. Lui può fare sempre la differenza, anche se parte da più lontano. Ma è quella la sua posizione, che poi il giocatore predilige di più».
Nonostante l'enorme divergenza tecnica delle due squadre, il monito lanciato in settimana dal tecnico di dover affrontare il Palermo con lo spirito di dover fronteggiare la capolista, è caduto mestamente nel vuoto. E la difesa del gruppo vacilla per la prima volta di fronte al risultato: «La mancanza di equilibrio vista oggi mi ha molto infastidito, siamo stati più disordinati del solito. È stato sicuramente un passo indietro». Il discorso poi, scivola inesorabilmente sulla classifica e sull'ennesima occasione persa in uno dei tanti momenti cruciali della stagione. E la barriera difensiva si rialza: «Noi non l'abbiamo mai considerato il terzo posto. Siamo legati al fatto di fare bene di domenica in domenica. Oggi non ci è riuscito, ma ho chiesto ai miei ragazzi di dimenticare in fretta, anche perché la prossima gara sarà i derby, una gara sentita e importante per il nostro futuro, che vogliamo disputare al meglio».
I biancocelesti vincono nel finale all'Olimpico con il Catania e l'umore di casa giallorossa cambia in fretta, anche perché l'avvicinamento alla stracittadina assume contorni ancora più delicati. E Andreazzoli, che la capitale la conosce bene, non può far altro che cercare di tenere alto un morale ormai falcidiato da un'altalena continua di risultati: «Ovviamente avrei preferito cambiare le parti, però questo non significa che c'è stato poco impegno o che il nostro sguardo fosse già rivolto altrove. Sarebbe stato meglio arrivarci con una vittoria, però ora non dobbiamo abbatterci, anzi non vediamo l'ora di poterci rifare. Il nostro rimedio unico sarà quello di vincerlo. Auguri a tutti». Anche se dopo i precedenti trascorsi, la voglia di festeggiare sembra essere passata.