Di Natale: «Totti? Spero ne faccia altri 50, che peccato non giocare con lui...»

08/03/2013 08:38

 
Come ha festeggiato i 150 gol con la «10» bianconera? 
«Con una cena in famiglia in un ristorante in à. Pochissime persone, quelle più care. E poi in spogliatoio con una torta. Ma prima della fine del campionato inviterò tutta la squadra a cena». 
 
Stava diventando un incubo questo gol numero 150. Sei partite senza segnare. 
«Per me l'incubo era raggiungere i 40 punti e ora li abbiamo fatti. I gol sono 10 anni che li faccio. E poi parliamoci chiaro: di pensieri ne avevo ben altri e gli incubi sono le malattie». 
 
Ora si parla già del prossimo traguardo: i 20 gol per la quarta volta di fila, ed è già a 15, i 188 in A di Del Piero da superare e ne mancano 20, visto che è a quota 168... 
«Ai 20 gol tengo. Ma mi creda: penso molto più alle 11 partite che mancano da qui a maggio. Saranno davvero 11 finali. Ora che abbiamo raggiunto quota 40 giochiamo più sciolti, più tranquilli. La squadra è migliorata e c'è un grande Allan, il nuovo arrivato che più mi ha impressionato. Ci hanno frenato l'inesperienza dei giovani, la sfortuna e gli infortuni. Penso a Pinzi, per l'equilibrio che ci dà, ma pure a e Lazzari». 
 
Insomma, vuole l'Europa. 
«L'Europa League. Abbiamo il dovere di provarci. Ma prima dobbiamo battere la Roma che è fortissima, poi fare risultato a Catania, ed è un'impresa perché giocano benissimo». 
 
Domani con la Roma sarà una sfida nella sfida: lei contro . Tutti e due ancora al top. 
«Francesco è un campione. E colgo l'occasione per fargli i complimenti per il traguardo raggiunto. Spero ne faccia altri 50. Abbiamo un bel rapporto, magari porterò la sua maglia a mio figlio Filippo (che a vederlo calcia esattamente come Totò, ndr) e mi viene da pensare che siamo rimasti in pochi. Io, lui, Buffon, Pirlo. Francesco vede il gioco come pochi, sa dove mettere la palla. È stato un peccato non giocare con lui in Nazionale, ci siamo soltanto allenati insieme». 
 
Lei, a 35 anni, come si sente fisicamente? 
«Bene. Non sento l'età, ma, dopo 20 anni di calcio, gli allenamenti cominciano a pesarmi. La partita mi diverte ancora tantissimo». 
 
Che cosa vuole fare l'anno prossimo? Ha ancora un anno di contratto.
«A giugno deciderò. Voglio fermarmi e pensare alla soluzione migliore. Bisogna sempre trovare gli stimoli giusti». 
 
Pensa che si chiuda un ciclo, quello suo e di Guidolin? 
«No, il mister è una persona incredibile e ha ancora due anni di contratto. Spero rimanga. Io devo pensare se continuare». 
 
Ma è vero che vuole fare l'allenatore? 
«È vero che ho finito il corso di terza ed è stata un'esperienza bellissima. Mi sono divertito. Ma chi pensa che io voglia prendere una panchina di A sbaglia. Voglio insegnare, voglio allenare i piccoli, partendo dalla mia esperienza». 
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