Feliziani: «La Away inventata per voi»

27/03/2013 10:04



Poi non lo sono state più, messe al bando da progetti commerciali mascherati da tessere. L’ultima fu ChievoRoma, 16 maggio 2010, "to be continued" apparve nel settore ospiti del Bentegodi, per un giorno distaccamento della Sud. To be continued. Non finisce qui. Finiva lì, invece, finiva il permesso di macinare chilometri. E sarebbe ancora finita lì, non ci sarebbe stato dopo quel Chievo-Roma del 2010 a porte aperte un Torino-Roma del 2013 (segnatevelo: il 14 aprile) a porte aperte, se la Roma non avesse trovato il modo di tornare alla normalità, di tornare all’essere romanisti sempre, anche quando la Roma non gioca a casa sua: forse già da domani si potrà scaricare dal sito della Roma il modulo e dal 4 aprile sarà possibile ricevere seduta stante l’As Roma Card Away in cinque Roma Store (l’elenco è sul sito del club, uno è a Viterbo, un altro all’outlet di Valmontone) o tramite il Centro Servizi As Roma (06.89386000). A venti euro, perché la tecnologia costa.



C’è la Roma, parla Feliziani, perché - spiega - «è opportuno chiarire alcuni aspetti». Il capo del ticketing giallorosso ricorda che nel 2010 la tessera del tifoso «era l’unica cosa che potessimo fare, con rammarico». Il Viminale del pugnodurista Maroni la impose per abbonarsi. La conseguenza fu, aggiunge Feliziani, che «per la prima volta la non fu interamente abbonata». La società decise quindi di procedere nella direzione opposta.



A febbraio 2012 varò l’As Roma Club Home, il carnet di biglietti a prezzo ridotto per i non tesserati. Adesso il passo successivo: sì ai non tesserati in trasferta, se possiedono la Away. «Dopo aver abbattuto il problema-abbonamento - sottolinea Feliziani - rimaneva quello della trasferta. Oggi è stato risolto grazie alla tecnologia, grazie a Lottomatica, che ci ha permesso di creare questa tessera (la Away, ndr)». Il capo della biglietteria romanista non teme l’opposizione da parte di qualche altra società, perché la Roma sta facendo nuovamente scuola (era già accaduto con la Home, ditelo a Lotito): «Non credo in chiusure da parte di altri club». Poi Feliziani analizza la differenza con la Privilege, la tessera del tifoso: «Ha caratteristiche differenti, la Away è inserita in un contesto in cui viene eliminato il circuito bancario. Per noi era importante creare un supporto che permettesse di acquistare un biglietto per la trasferta, spezzando un legame con la tessera del tifoso. Fare il tifoso ormai è quasi un mestiere e noi cerchiamo di facilitarne la vita, con più iniziative. Non so cosa rappresenterà tutto ciò nel panorama calcistico italiano. Per la Home sono stato contattato da diversi club italiani. Anche questa iniziativa probabilmente verrà presa in considerazione dagli altri, perché viene presentata direttamente dalla società».



Ecco, il punto è questo. «Quando fu presentata la tessera del tifoso, erano presenti anche i questori», avverte Feliziani, «e fu un errore mediatico che allontanava i tifosi. Noi vogliamo riavvicinare i tifosi. Siamo una tifoseria che ha viaggiato in condizioni climatiche estreme e in luoghi lontani, con migliaia di tifosi. È brutto vedere il settore ospiti vuoto ora. Vogliamo rivederlo pieno». La differenza tra la Privilege da una parte, la Away e la Home dall’altra, è soprattutto qui.



Lo sottolinea nel suo intervento anche l’avvocato Contucci: «Un conto è se la proposta è calata dall’alto, un altro se proviene dalla nostra società». Società che ha investito sapendo di rimetterci. Lo ammette Feliziani: «La prerogativa più importante della Away è quella di far vedere le partite della Roma. Dietro non c’è alcun tipo di interesse commerciale, tanto che prima di raggiungere il break even (il pareggio tra costi e ricavi, ndr) passeranno anni». Anni, partite, trasferte, passeranno chilometri. Torneremo a macinarli. Con la Roma in fondo al cuor.