Ilary e Vito mosse vincenti

10/03/2013 11:36

Almeno quindici anni dopo, in una trasmissione televisiva in cui l’ormai consacrato capitano della Roma si confessava, parlando un po’ anche della sua vita privata, ad una domanda sulle delizie che gli poteva preparare Ilary in cucina, rispose un po’ sconsolato: «Scherzi? Mi fa 16 rigatoni, non uno in più. Mi tiene a dieta stretta».

In queste due frasi c’è probabilmente il segreto di , un campione insestimabile dotato da madre natura di un talento superiore. Capace di segnare vagonate di gol ma secondo noi ancora più bravo nel saper offrire l’assist decisivo con vere e proprie invenzioni. Con il terzo occhio, con i suoi tocchi smarcanti di prima.

Il guascone e sciupafemmine dei vent’anni non era destinato però ad una carriera così lunga e costante.
Complice un fisico con tendenza all’aumento di peso, il Francesco spensierato e istintivo degli Anni Novanta, giustamente incurante di mille problematiche a seguire, son sarebbe durato così tanto se...

E qui entrano in gioco le due persone chiave della carriera, ma anche della vita di , che anche in questo frangente, così come quando deve decidere come e a chi dare il pallone, ci ha visto giusto. Le due persone sono la moglie Ilary Blasi e il suo factotum Vito Scala, molto più di un ad personam.

Con il matrimonio Francesco ha messo la testa a posto, più o meno come tutti i ragazzi della sua età; l’arrivo dei figli Christian e gli hanno donato una maturità e una saggezza, forse sconosciute prima di diventare papà. La stessa Ilary, pur provenendo dal mondo scintillante e a volte fuorviante della televisione, ha saputo essere una moglie “adatta” per un calciatore, soprattutto guardiana inflessibile del numero di rigatoni da scolare e versare nel piatto del capitano.

Vito Scala è il suo primo consigliere e c’è da dire che di consigli Vito non ne ha sbagliato uno. Francesco ha avuto l’umiltà ma anche l’intelligenza di capire l’importanza di aver al fianco un amico che lo aiutasse a gestire quella che nel tempo è diventata una sorta di azienda , che spazia dal marketing alle public relations, alla beneficenza, al ruolo immagine nell’Unicef. Mentre il Francesco, che la fa muovere, deve pensare soprattutto a come mantenersi in forma e competitivo quando sono già passate 36 primavere, con tanto di placca e undici viti nella gamba sinistra. (...)