Piola e contratto, Totti senza limiti

05/03/2013 09:04



E mentre le interpretazioni statistiche proseguono, di certo ci sono i numeri di un campione infinito: con 98 gol di (compresi 61 rigori e 19 punizioni), 35 di sinistro e 12 di testa da quattro lustri (il 28 marzo festeggerà il ventennale dall’esordio) trascina la Roma senza quasi mai un contorno ai suoi livelli. Che un mostro sacro del genere abbia vinto un solo scudetto e nessuna coppa europea resterà il grande rimpianto della Roma. Ma lui ci crede ancora, come ha sempre fatto anche nei momenti più difficili.



Dall’infortunio alla caviglia per il fallo di Vanigli del 2006 a oggi ha segnato 100 dei suoi 225 gol totali. Una prova del carattere e della sua capacità di giocare vicino all’area. Se l’intuizione di Spalletti l’avesse avuta qualcuno dei predecessori, probabilmente oggi sarebbe più vicino, se non davanti a Piola. A 36 anni suonati resta convinto di poterlo agganciare. «
Ma non dipende da me» ha sottolineato domenica dopo la partita con il . Panucci, in diretta tv, ha capito dove voleva arrivare. «Dipende dal contratto». E il capitano non s’è fatto sfuggire il momento: «Bravo, hai capito tutto». Dietro alla battuta c’è un po’ di apprensione.



Perché al di là delle parola di Pallotta («Spero che Francesco segnerà il primo gol nel nuovo stadio) la trattativa per il rinnovo di contratto non è ancora iniziata. Il tempo per non far deflagrare il caso, in realtà, non manca: l’attuale accordo scade nel 2014, subito dopo scatterebbe il quinquennale da dirigente. Insomma la Roma può disporre di fino al 2019, ma per accontentarlo dovrà allungare quanto prima l’accordo da giocatore. Sostituendo o posticipando quello da dirigente. Il capitano si aspetta di risolvere la questione prima dell’inizio della prossima stagione. Partire con il contratto in scadenza sarebbe un fardello per lui e la Roma. Convinto di poter tirare avanti almeno fino a 40 anni (l’esempio attuale di Zanetti lo conforta), intanto vorrebbe garantirsi un futuro da calciatore con un rinnovo di uno o due stagioni. «E se dovessi accorgermi che non ce la faccio più sarò il primo a farmi da parte» ha ripetuto a più riprese.



Parola alla società, che magari preferirebbe aspettare ancora un po’ per testare la resistenza di sul campo. Ma il discorso non può essere solo tecnico: il capitano-icona continua a pesare anche nei contratti di sponsorizzazione, vedi l’ultimo esempio di Volkswagen dove è lui il protagonista degli spot. Le ricerche di settore indicano poi un certo distacco tra le maglie col numero 10 vendute rispetto alle altre.
In un certo senso, è come se si pagasse una parte dello stipendio da solo. Il problema, quindi, non può essere economico. Tutto si può risolvere in pochi minuti quando ci sarà la volontà delle due parti. è prontissimo, adesso tocca alla Roma inviargli un segnale.