Ranucci, il dirigente che lo acquistò «Era uno spettacolo già a 13 anni»

29/03/2013 08:23

Ranucci, quanto è costato alla Roma?

«Praticamente niente, visto che per averlo con noi girammo in prestito alla Lodigiani il cartellino di Cavezzi».

Come comunicò a Viola l’ingaggio di Francesco?

«Dissi all’ingegnere che avevamo tesserato un ragazzino di grandissime prospettive. E aggiunsi che lo avevamo strappato alla Lazio e al Milan, due società che non erano particolarmente simpatiche a Viola. E questo fece aumentare la sua soddisfazione».

E ricorda le prime parole che lei disse a appena arrivato alla Roma?

«Gli dissi le stesse cose che dicevo a tutti gli altri ragazzi, cioè “anche se siete alla Roma, pensate soprattutto a studiare perché il calcio potrebbe non essere la vostra professione futura”. Con , ovviamente, erano parole di circostanza perché si vedeva che era di un’altra categoria...».

Chi glielo aveva segnalato?

«Giannini e Lupi, che erano i responsabili tecnici del nostro vivaio».

Si fidò a scatola chiusa?

«Mi fidavo ciecamente di due persone così valide, però io andavo personalmente a vedere i giocatori e le partite».

La domenica mattina presto sui campetti di periferia?

«Esatto. , ad esempio, prima di portarlo alla Roma andai a vederlo due, tre volte quando giocava alla Lodigiani. Era uno spettacolo; anzi, era già uno spettacolo...».

La sorprende il attuale?

«Assolutamente no. La sua arma in più è sempre stata la testa».