05/03/2013 10:58
Lo sapeva Zdenek Zeman, che dopo averlo visto in ritiro a Riscone ha preteso che venisse aggregato alla prima squadra e che lo ha fatto esordire da titolare in Coppa Italia (contro lAtalanta) e in campionato (11 minuti al posto di Totti contro il Milan). Lo sapevano Vincenzo Montella, che lo ha allenato con i Giovanissimi e che ieri lo ha chiamato per fargli i complimenti, Sandro Tovalieri, che lo ha avuto negli Allievi e Alberto De Rossi, che in Primavera lo ha definitivamente svezzato schierandolo in partite ad alta «tensione» come il derby o la finale di Coppa Italia allo Juventus Stadium davanti a 15 mila persone.
Ovviamente lo sapeva Aurelio Andreazzoli, che nei suoi anni romani di giovani ne ha incrociati parecchi. «Sono sicuro - le parole del tecnico alla vigilia della gara col Genoa - che se lo chiamerò in causa, Romagnoli mi darà le garanzie di un professionista». Emozionato ma lucido il «pupo» a fine partita. «Una serata unica, indimenticabile, che non riesco neanche a spiegare. Ma ora devo pensare solo a crescere con calma». Al fianco di Piris e Burdisso, che lo ha «adottato» e che gli riserva sempre preziosi consigli, non ha sfigurato dando solidità ad un reparto senza Castan e Marquinhos, con cui ha legato in maniera particolare: i due fanno coppia fissa fuori dal campo, ma non avendo ancora la patente si fanno accompagnare dal papà del brasiliano, ormai il loro autista personale, o vanno con la macchina elettrica di Alessio.
«È fortissimo, io e lui siamo la coppia del futuro», il commento del brasiliano, che ha parlato anche del suo infortunio: «Spero di esserci già nella prossima partita». Oggi si sottoporrà a unecografia per valutare lentità dellinfortunio muscolare, ma tra i medici cè ottimismo. Risonanza alla caviglia, invece, per Pjanic: escluse fratture, bisogna vedere se cè stato linteressamento dei legamenti. Se così fosse, rischia un lungo stop.