Totti in famiglia: che storia!
04/03/2013 08:54
Solo Genoa Si presenta bene, il tecnico, da imbattuto (due vittorie e tre pareggi) qual è. Il suo 3-5-1-1 pressa ma restando sempre corto, e in fase di non possesso palla diventa un 5-4-1, con Pisano e Antonelli che scalano sulla linea di Bovo, Portanova e Moretti, disposti a prendere a uomo Totti, Osvaldo e Lamela. Il risultato è quello di una costante superiorità numerica a metà campo, dove, sorprendentemente, anche quanto a qualità Kucka, Tozser, Vargas e soprattutto Bertolacci alle spalle di Borriello sovrastano De Rossi e Pjanic, male assistiti da Torosidis e soprattutto Balzaretti. La storia del primo tempo dice che la Roma trova il rigore, assai generoso, per un contatto Bovo-De Rossi mentre questi corre sulla linea dei 16 metri ma parallelo alla porta, nell'unica circostanza in cui si fa viva sul serio nell'altrui area. E dice pure che la festa per il 225-day di Totti dura pochissimo, perché il Genoa colleziona palle gol e calci d'angolo (undici!), assediando i giallorossi da tutte le parti. Due miracoli di Stekelenburg su altrettante conclusioni di Bertolacci fanno da prologo al rigore (in questo caso tanto grosso da valerne tre) che Borriello guadagna ai danni di uno sprovveduto Burdisso e trasforma senza esultare, da buon ex.
Risveglio Roma Il serio infortunio del fin lì deludente
Pjanic, che sul finire del primo tempo viene sostituito dal più concreto Bradley, assesta la Roma che sfrutta anche il tradizionale calo fisico del Genoa. Il problema è che Lamela esce dal letargo solo a intermittenza e Osvaldo non lo fa neanche per sbaglio. Il gol di Romagnoli da corner di Totti, con l'intera difesa genoana in surplace, premia comunque una certa superiorità territoriale che presto si esaurisce. Andreazzoli sostituisce lo spento Balzaretti con Marquinho, mentre Ballardini toglie Tozser e Pisano per Immobile e Jorquera. Cambiano i moduli tattici, con le difese che passano a quattro (Torosidis che passa a sinistra e Antonelli) per reggere meglio l'urto di attacchi che con l'allungarsi delle squadre si fanno sempre più pericolosi. Stekelenburg salva ancora su Bertolacci e
Kucka, poi ci pensa Gervasoni a toglierlo di mezzo. Andreazzoli, che ha buona vista, toglie Osvaldo che lo manda a quel paese e inserisce
Perrotta, che segna su assist del solito Totti un gran gol da centravanti puro e da campione del mondo. Osvaldo se lo riveda in tv, se crede. Può tornargli utile.