Totti infinito, la Roma vola

04/03/2013 10:44

 
Il resto è la Roma vista a Bergano con il ritorno degli squalificati e . Ma si vede subito che sarà una serata complicata per la Roma forse anche un po’ distratta dalle voci sullo sceicco che vuole entrare in società. E i numeri dell’intervallo sono chiari: undici corner a zero per gli ospiti con cinque tiri in porta di Borriello & Co. contro uno solo dei giallorossi. In realtà la Roma spinge bene sulle fasce, soprattutto la destra sulla quale cresce col passare delle partite e mette dentro sempre palloni interessanti. Il problema è che lì in mezzo non c’è mai nessuno in grado di concretizzare e quando Osvaldo segue il gioco c’è l’ottimo Frey a fare la guardia.
 
La svolta arriva dopo un quarto d’ora quando fa tutto da solo, prova a sfondare la compatta difesa di Ballardini e sbatte su Bovo: secondo è irregolare il fallo dell’ex romanista e indica deciso il dischetto. Dagli undici metri il capitano raggiunge Nordahl a quota 225 gol e viene festeggiato, giustamente, dall’Olimpico: il problema è che far festa a partita in corso non sempre porta bene. Così parte la rincorsa genoana che si concretizza, dopo l’infortunio di (caviglia ko, sostituito da Bradley) e un paio di miracoli veri di Stekelenburg su Bertolacci (giovane talento in comproprietà con la Roma), sempre dal dischetto e ancora ad opera di un romanista: nemmeno a dirlo Borriello. Evidente il fallo di Burdisso in chiusura sull’ex compagno che poi castiga Stekelenburg e rimette in pari la gara.
 
Si riparte dopo l’intervallo con la Roma in avanti che vuole portar via l’intera posta e prova a cambiar marcia. Va meglio soprattutto quando Andreazzoli toglie Balzaretti e mette Marquinho. Così la Roma cresce col passare dei minuti e al 13’ arriva il gol della svolta che, per uno scherzo del destino, porta la firma del più giovane in campo: Romagnoli bagna il suo esordio da titolare con il primo gol in giallorosso. A diciotto anni, esattamente la metà del .
 
Sul 2-1 la partita è tutt’altro che finita, il ci crede fino in fondo e tiene sulla corda i giallorossi non risparmiando qualche legnata di troppo. La gara si incattivisce (giallo per e con il secondo che lascia il campo per somma di ammonizioni), Stek si guadagna la palma del migliore (in tandem con ovviamente), caccia Ballardini (inviperito con i suoi perché non fermano il gioco con Osvaldo a terra) e Andreazzoli copre la Roma: difesa a quattro con che scorre indietro. Qualche minuto dopo arriva anche il cambio conservativo: dentro Perrotta per un Osvaldo fischiato dall’Olimpico. L’oriundo non prende
bene nessuno dei due.
 
Finita? Macché. C’è ancora il tempo per il gran gol di Perrotta del 3-1 finale che premia la scelta del tecnico e la costanza di un professionista che si fa sempre trovare pronto. Ultimo abbraccio, sempre per : stavolta è speciale, perché dopo il triplo fischio di piombano in campo Cristian e con tanto di maglia «sei forte papà». È festa, di tutti, con la Roma che va sotto la Sud a raccogliere il meritato plauso per questo terzo successo consecutivo che la rimette al mondo: in tutti i sensi.