Totti: «Riprendiamoci la Champions»

20/03/2013 09:00



OBIETTIVO BRASILE - Parlando anche di calcio. «Mi sembra che stia andando abbastanza bene...», sussurra Malagò con sorriso grande così. Il numero uno dello sport italiano, si sa, è un noto tifoso della Roma, nonché amico del numero dieci giallorosso. È festa grande per Francesco, all’indomani della «chiamata» pubblica di Cesare Prandelli. Il numero 10 della Roma è consapevole di ciò che può fare adesso, non ciò che sarà di lui tra un anno o poco più. Percentuali sul ritorno in nazionale ad oggi? «Zero», dice. Bene. non vuole cadere per ora nella tentazione azzurra. È mentalmente a disposizione, ma cerca di seguire l’onda degli eventi. «Se mi dovesse chiamare, non lo so, in questo momento sto bene. Da qua al 2014 si vedrà. Magari tra un anno smetto...». Poi ha ribadito che «non smetterà fino a quando non raggiungerà Piola».



MA IL CONTRATTO? - Smettere. Non ci pensa proprio, era una battuta, un riferimento al contratto che scade proprio l’anno prossimo. Lui attende notizie dalla Roma, la sua volontà è andare avanti per qualche anno ancora, si sa. Non sarà una trattativa scontata, anche perché Francesco si sente ancora giocatore di un certo livello e veicolo pubblicitario primario. Esempio: andare in tournée negli States o in Asia con Lamela è un conto, con lui un altro. La proprietà americana non ha dubbi, vuole il rinnovo (mica fessi... ndr). Di che soldi parliamo? Secondo il capitano giallorosso non dovrà essere la classica offerta che si fa a un calciatore a fine carriera. Adesso supera i 4 milioni netti e diciamo che la forbice sarà tra i 2,5 e i 3,5. «Se abbiamo parlato di rinnovo? No. E quando lo faremo? Quando mi chiameranno... Io aspetto». Senza fretta. non chiamerà, è talmente pigro...



IL RITORNO IN EUROPA - Del Mondiale se ne parlerà tra un anno abbondante, ora conta la Roma. «Il sogno è tornare in . È l’obiettivo di tutti. Lo stadio? Pallotta lo vuole fare, ma sarà difficile. La Roma merita di stare tra le grandi, ci vuole una società all’altezza». Con un così, tutto diventa calcolabile, per l’impossibile non c’è rimedio. Il segreto del suo successo? «Fare una vita da professionista. Nessuno si aspettava di rivedermi in questo modo. E il merito è di Zeman, con cui abbiamo fatto una preparazione eccellente». Il boemo, l’amico che Francesco non dimentica. Adesso però c’è Andreazzoli, che vorrebbe ancora sulla panchina della Roma. «È bravo, se lo merita». Il capitano sogna la perché con una così è stata dura pensare allo scudetto. «Ormai l’ha già vinto», dice. L’ultima, sul “esultante”. «Ha fatto bene, sta vincendo lo scudetto ed è normale festeggiare».