16/03/2013 09:56
Tentiamo di ricostruire cosa è accaduto in questo mese. Il 20 febbraio è un mercoledì. Qualche quotidiano fa lo scoop: esistono imprecisati arabi pronti a investire nella società. Si parla di un imprenditore giordano che sarebbe entrato in possesso di uneredità di un paio di miliardi di euro. Il Tempo pubblica le iniziali: A.A.A.Q. Sono quelle di Adnan Adel Arel al Qaddumi, un palestinese di origini giordane che si vanta di essere uno sceicco e mira al colpo grosso. Non si accontenta di entrare nellAs Roma. Vuole lAs Roma. La vuole tutta, inizialmente. Gli dicono che non si può fare, che si deve limitare a una partecipazione. In cambio avrà un po di potere nel club, per sé e per i suoi uomini.
Primo mistero, uno dei tanti: tra loro cè lex direttore de La Padania Gigi Moncalvo? Prima e dopo quel fatidico 20 febbraio è a lui che vengono indirizzati i giornalisti romani. Viene considerato, anzi viene fatto considerare, il portavoce di al Qaddumi. È in questa veste che interviene a Radio Manà Manà, mettendo in dubbio che laffare si farà. «Sono pessimista sullesito positivo del 14 marzo. Le cose si sono messe in maniera tale per cui non cè più la volontà del venditore (gli americani, ndr), di vendere». Il giorno dopo al Qaddumi smentisce però che Moncalvo lo rappresenti. «La persona che ha parlato non è il mio portavoce e non condivido nulla di quanto è stato detto».
Tra gli amici di Adnan cè invece sicuramente Michele Padovano, lex attaccante della Juve condannato in primo grado a 8 anni e 8 mesi per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Vanno insieme allOlimpico a vedere la Roma. «Mi aveva detto che aveva problemi giudiziari e quando ho visto cosa - si giustifica al Qaddumi a Centro Suono Sport - mi sono spaventato. Poi ci sono diventato amico, ho conosciuto la sua famiglia. Ho capito che è un bravo ragazzo. Gli ho detto che doveva prima risolvere i suoi problemi e poi lo avrei fatto entrare nella Roma».
La collaborazione di Padovano è solo uno degli aspetti inquietanti della vicenda. Il giorno dopo, la sigla viene decriptata e As Roma Spv llc, la cordata americana proprietaria del 60% di Neep Roma Holding Spa, che a sua volta controlla lAs Roma, deve intervenire con un comunicato. Glielo impone la Consob. «È stato siglato un accordo preliminare con lo Sceicco per il suo ingresso, diretto o indiretto, nella compagine societaria che detiene la partecipazione di controllo di Neep Roma Holding Spa. Lefficacia di tale accordo è subordinata allavveramento di determinate condizioni, secondo una tempistica ad oggi non prevedibile». Si fa quindi riferimento a un eventuale «aumento del capitale sociale di Neep Roma Holding SpA e As Roma SpA in misura maggiore a quanto determinato nei patti parasociali esistenti». Si dice che la somma, lapporto di al Qaddumi, sia di 50 milioni. Il 23 febbraio il vice Ceo Paolo Fiorentino dice: «Gli americani sono liberi di scegliere e hanno delle certezze che noi non abbiamo». Poi aggiunge: «Forse loperazione doveva restare sotto traccia ancora un po». Il problema è proprio quello: questa storia non sarebbe dovuta uscire. Gli americani avrebbero cercato di capire così se al Qaddumi fosse o meno un soggetto affidabile.
Chi inizia a fare le sue verifiche è la Consob, che comincia a monitorare landamento del titolo As Roma, che il 22 febbraio chiude la seduta di Piazza Affari con un +9,7%. Su al Qaddumi indagano anche i giornalisti. Si scopre che vive a Cordigliano, una frazione di Perugia, in una modesta abitazione su due piani. La moglie è impiegata, il figlio carabiniere, va in giro su unutilitaria. Circolano le voci più disparate su Adnan. Dario Perico, il direttore del centro Don Orione di Bergamo. racconta a Leggo: «A noi disse di essere il figlio del re saudita Faysal e ci promise 10 milioni. Ma quando veniva a trovarci non aveva neanche i soldi del caffè. Ci disse di avere già su un conto svizzero ben 23 miliardi di dollari. Ma a Bergamo si presentava sempre col cappotto di cammello con il quale è stato immortalato allOlimpico». Adnan minaccia querele, accusa il Don Orione, ce lha con la stampa. Gli americani vanno avanti per la loro strada. Quella della trasparenza. Quattro giorni dopo il primo, As Roma Spv llc diffonde un secondo comunicato. «Il Potenziale Partner - spiega la cordata guidata da Pallotta - è stato oggetto di unattività di due diligence con riferimento alla disponibilità di risorse finanziarie idonee per realizzare operazioni di questo tipo e che il processo di due diligence finanziaria continuerà sino alla chiusura delloperazione». Viene fissata una scadenza. È il 14 marzo. «Lunica condizione per la chiusura delloperazione è leffettivo pagamento del prezzo dellinvestimento effettuato». Il pagamento non avviene, laffare salta e al Qaddumi viene indagato. Se non si fosse saputo nulla, tutto questo sarebbe stato evitato. Qualcuno aveva però interesse a rendere la notizia di dominio pubblico. Il punto è proprio questo. Chi?