14/04/2013 10:13
ALLENATORI - Tutto normale, ammesso che qualcosa sia normale nei paraggi di Totti. Il fatto che si possa giocare contro un ottimo Torino senza di lui - magari con Osvaldo, squalificato in Coppa e di conseguenza più abile e più arruolato di Destro nell'impegno di campionato, al centro di un tridente anomalo con Lamela e Marquinho - è di quelle eventualità che inquieta, per esempio, Marco Calvani, allenatore della Virtus Roma di basket. E tifoso giallorossissimo. Le due squadre si sono incrociate ieri all'aeroporto. Calvani ha voluto conoscere Andreazzoli, al quale lo legava sinora solo una divertente confusione tra i due creata da uno scherzo telefonico in radio. Lì nella finzione Calvani era un domatore di leoni e si chiamava Andreazzoli. Ieri nella realtà, mentre De Rossi abbracciava e si scambiava auguri con il fulcro della Virtus, Gigi Datome, il tecnico del basket era la coscienza critica dei romanisti: «Mi preoccupa Totti. Dio ce lo conservi, però il fatto di scoprire che è ancora e sempre lui l'uomo che corre, l'uomo che recupera, l'uomo che distribuisce e conclude, mi fa temere che dopo, perché un dopo purtroppo ci sarà, il futuro sia nebuloso». Bisogna costringere gli altri a prendersi le proprie responsabilità, intende Calvani. Andreazzoli vuole farlo quantomeno in questa partita che significa molto ma nella testa dei giocatori e anche del pubblico lievemente meno di quella di mercoledì. (...) Ma ieri l'idea da srotolare davanti alle ali di Ventura era questa, un 4-3-3 con Piris e Balzaretti sulle fasce, Pjanic in mezzo a Bradley e Florenzi e davanti il tridente a mezze maniche di cui sopra.