Andreazzoli: «Ho avuto paura»

09/04/2013 09:56



DIFESA A OLTRANZA - Con il punto di ieri sera la classifica cambia di un nulla. Difficile parlare di obiettivi: «E’ evidente che quando segui un risultato unico e alle spalle hai una classifica che non ti permette errori, anche piccoli errori sembrano grandi».

Per la prima volta da quando siede sulla panchina della Roma, scivola quando gli chiedono del perché la squadra sia settima, pensando più a difendere il suo lavoro che a dare una motivazione: «Si è settimi perché abbiamo fatto pochi punti. Abbiamo avuto un andamento altalenante. Io però non mi posso lamentare. Alla fine usciamo da un ciclo di sette gare dove abbiamo preso 14 punti e subito solamente 7 gol abbassando di molto quanto accaduto in precedenza – replica piccato - In proiezione saremmo secondi solamente alla . A volte bisogna rifarsi anche ai numeri per giudicare».




IL MODULO
- Spiega la decisione di schierare la difesa a quattro: «Avevo qualche perplessità ma alla fine mi ritengo soddisfatto. Affrontando la Lazio che giocava con un solo attaccante e prendendo in considerazione le prerogative dei biancocelesti, ho pensato di schierarmi a quattro dietro. Fortuna vuole che ho una rosa che mi permette di giocare come meglio desidero».



GRANA OSVALDO
- Gli chiedono dei singoli, partendo da Lamela: «L’ho fatto giocare da quinto di centrocampo, ha fatto il trequartista, questa sera la prima punta nelle intenzioni, questo per dire che secondo me lui può far tutto. E’ molto disponibile al sacrificio e a lavorare dalla squadra. Ritengo che può avere un futuro non so se proprio da prima punta ma può avere le caratteristiche per sostenere il peso dell’attacco».

Quando si tocca il capitolo-, Andreazzoli si anima nella difesa del centrocampista: «Che cosa vi importa di quanto guadagna? Andrebbe giudicato per quello che fa in campo. Si è fatto male dopo 18 minuti ma ha voluto continuare. Io non sono insoddisfatto come voi».




E sul viaggio di Osvaldo a Londra: «Non so se fosse allo stadio o a Londra – replica impacciato il tecnico - Non avendo certezze non giudico. Se fosse realmente a Londra, è chiaro che mi avrebbe fatto più piacere di vederlo allo stadio come è accaduto ad esempio con Balzaretti che nonostante non stesse bene ha accompagnato la squadra. Cosa penserà il presidente di questo pareggio? Domani lo saprò». Anche prima. Ecco il Pallotta pensiero a fine gara: «Era meglio vincere». Of course.