14/04/2013 11:39
CERCI
La sua Roma non lo ha aspettato. Con Ventura la definitiva maturazione
Forse non gli ha giovato quel nomignolo impegnativo: il Thierry Henry di valmontone. Alessio Cerci scherzava gli avversari nella primavera giallorossa: volava sulla sinistra e metteva mille palloni. Oppure andava direttamente al tiro e al gol. Un predestinato. Poi, al momenti di spiccare il volo importante, quello verso una maglia da titolare in giallorosso, qualcosa si è inceppato nel meccanismo della costruzione di un campione. Come spesso succede ai ragazzi di Roma cresciuti a Trigoria, salvo rare eccezioni (tipo Totti) cè un momento di smarrimento. Qualche infortunio di troppo, spazi pochi per emergere e la sensazione di un talento che rischia di perdersi. Cerci non ha fatto eccezione. Brescia, Pisa, Atalanta. Prestiti comproprietà, poi il ritorno a Roma, 22 anni, letà giusta per esplodere definitivamente. E invece... Claudio Ranieri gli dà subito fiducia, poi però gli preferisce altri attaccanti. Cerci finisce un po ai margini, segnalandosi soprattutto in Europa League (doppietta al Cska).(...)
Poi alla Roma succede di tutto, la società passa di mano e Sabatini porta come primo grande colpo proprio Erik Lamela. Cè unofferta della Fiorentina. Cerci va, la Roma lo lascia andare tagliando definitivamente il cordone ombelicale. Alessio a Firenze comincia la sua vera crescita, poi Ventura (suo grande maestro a Pisa) lo chiama a Torino.(...)
LAMELA
Sta crescendo e adesso segna con continuità. E il futuro della Roma
Chissà se Erik Lamela consoce la storia di Cerci. Soprattutto se è consapevole di giocare, più o meno con le stesse caratteristiche, nel ruolo che poteva essere di Alessio e che Alessio sognava di interpretare a lungo in giallorosso. Il destino ha voluto diversamente e adesso è lui, il Coco, nato a migliaia di chilometri di distanza, a dispetto di un cognome di origini chiaramente italiane, a vestire la maglia della Roma e a far sobbalzare il cuore dei tifosi quando parte palla al piede, da destra verso il centro col suo sinistro felpato.
Lamela è più giovane e più potente di Cerci. Segna tanto, ma tanto deve ancora imparare per dare ragione a Sabatini ed ai suoi estimatori: dimostrare cioè di essere un campione vero, che sta per sbocciare, che ormai ci siamo...
Non è un caso che su Erik abbiano già messo gli occhi alcuni grandi club di livello internazionale, Manchester City tra tutti. Già nella passata stagione, appena ventenne, Erik aveva dimostrato di avere i numeri adatti per sondare nel calcio italiano ed europeo. Gli mancavano i gol, che sono puntualmente arrivati questanno: già 13 in 26 partite, media 0.5 che non è male per un attaccante atipico, spesso schierato anche a centrocampo.
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