15/04/2013 10:34
Andreazzoli aveva lasciato intendere che lattacco titolare potesse non comprendere Totti, ma per dare spazio a Destro e Osvaldo. Invece Mattia è rimasto in panchina per tutti e novanta i minuti e nel tridente con Osvaldo e Lamela cera un inedito Dodò ala sinistra. Altra novità in difesa, con Burdisso (squalificato mercoledì) preferito a Marquinhos accanto a Castan. Il Toro, «la squadra con lidentità più precisa di tutta la Serie A» come lha definito Andreazzoli, ritrovava il suo capitano Bianchi, ma in questo momento il trascinatore vero è Alessio Cerci, ex di turno e migliore in campo. Dal primo allultimo minuto hanno provato a fermarlo praticamente tutti e non cè riuscito nessuno, se non salvandosi in angolo o commettendo fallo. Si scrive 4-3-3, si legge 4-1-4-1 con Bradley davanti alla difesa e Lamela e Dodò sulla stessa linea di Perrotta e Pjanic e le consegne di dare una mano a Piris e Balzaretti, visto che con Cerci e Santana il confine fra 4- 4-2- e 4-2-4 per il Toro è estrememente sottile.
Osvaldo ritrova una maglia da titolare dopo quaranta giorni e a cinque minuti dal fischio dinizio fa le prove generali: Perrotta si inventa un cross dalla destra, lui gira di testa sul secondo palo e vede il pallone uscire di poco. Passato un quarto dora senza vedere palla, Dodò si sveglia allimprovviso quando Balzaretti lo serve sulla corsa e lui se ne lascia dietro un paio prima di mettere un bel pallone in area per Lamela, che arriva in scivolata ma con il destro e il suo tentativo di prima intenzione non trova la porta. Minuto 22: Pjanic va a battere un angolo dalla sinistra, il tocco è corto per Balzaretti, cross preciso per la testa di Osvaldo che anticipa un immobile Ogbonna e si prende il gol numero 13 in stagione. Ma invece di dare fiducia alla Roma, il vantaggio sveglia il Torino, che al 27 centra il palo con una grande punizione di Cerci (sinistro sul primo palo, roba di altissima scuola) e alla mezzora trova il pareggio: cross di Cerci al centro dellarea per Bianchi, che salta in anticipo su Burdisso, poi largentino crolla in ginocchio, mentre il capitano granata resta in piedi e fredda Stekelenburg con il destro.
Si va al riposo sull1-1 e limpressione è che per la Roma sia un sollievo. A inizio ripresa, la traversa in collaborazione con Stekelenburg, si oppone ancora a Cerci, poi si fa male Pjanic e Andreazzoli lo sostituisce con Totti (prima stagionale da subentrato). Il jolly, però, lo pesca Lamela, che al 15 si inventa il suo quattordicesimo gol in campionato con un sinistro a giro da posizione decentrata, festeggiato prendendosi gli schiaffi di tutti i compagni, panchina inclusa. Comincia mezzora di sofferenza, soltanto alleggerita dal riassetto tattico con il 4-2-3-1 dopo lingresso di Florenzi e Marquinho per Dodò e Perrotta: non cè verso di spegnere il moto perpetuo di Cerci, e quando i giallorossi riescono a ripartire trovano due grandi risposte di Gillet (su Lamela prima e su una punizione di Totti poi). Loccasione più grossa capita però a Florenzi, al termine di una corsa lunga tutto il campo, perché quando Lamela gli restituisce la palla sul secondo palo, il centrocampista non ci arriva. È lo stesso Florenzi a sventare lultima occasione del Toro, che a un minuto dallo scadere capita a DAmbrosio. Stavolta niente beffa.