Cinquantamila cuori, vince solo l’Olimpico

09/04/2013 10:58



Ambiente teso Spazio consistente: la fila degli steward coincideva col limite dell’area di rigore, ma l’ambiente era tutt’altro che tranquillo: fuori i tifosi si sono fronteggiati in una guerriglia che ha fatto sei feriti, altri si saranno fatti delle gran risate pensando a quel moto d’orgoglio del calcio italiano di qualche anno fa, quando il derby venne messo di pomeriggio, nonostante lo scarso entusiasmo delle televisioni, perché di sera era considerato troppo pericoloso.



Celebrazioni Prima della gara la Roma aveva organizzato la celebrazione di Delvecchio e Da Costa, immaginando e sperando che potesse quantomeno riprenderli a quota 9 gol nel derby, applausi sotto la Sud, mentre il maxischermo rimandava lo sguardo sconsolato di Nesta pancia a terra. Sotto la Sud anche la prima parte del riscaldamento dei giallorossi, mentre dalla parte opposta la Nord si ricordava del suo ex giocatore, ora vice di Andreazzoli: «Muzzi che delusione, meglio la disoccupazione». Molto bella la coreografia della curva Nord, tappezzata di cartoncini bianchi e celesti, con in mezzo l'enorme disegno di un uomo con sciarpa della Lazio, che allaccia gli scarpini al figlio.



Multa in arrivo A rovinare il tutto, i cori «giallorosso ebreo», reiterati e partecipati: multa in arrivo, inevitabile. E magari pagheranno anche per lo striscione contro Platini, ormai una consuetudine. Mentre quello in ricordo di un tifoso recentemente scomparso («Ciao Secco, uno degli ultimi romanisti dai veri valori») vale gli applausi di tutto lo stadio, interrompendo la solita gara a rinfacciare scaramucce vinte, fughe, e presunti aiuti da parte delle forze dell'ordine.



Vicende societarie La parte biancoceleste si scatena contro il presidente della Roma, James Pallotta, per le recenti vicende societarie, dal coro «lo sceicco dove sta?» fino al primo striscione con asterisco: «Con lo sceicco che triste pantomima / era meglio la colletta del Sistina», seguito da un «* pantomima = messinscena per commuovere o ingannare ». In Nord anche un omaggio a Califano, diverse interpretazioni invece per il record del capitano giallorosso, da «20 anni di capitano, sputi, calci e lezioni di’itaGLiano», a «noi vent'anni di , voi vent'anni di tutti». «La che conta tifa Lazio», scrivono in Sud, la risposta, al fischio finale, è il «non vincete mai».