18/04/2013 10:00
TROFEO - Dopo questa sera, possiamo dire che all'Inter decisamente no. Alla Juventus può anche essere. Ma nessuno potrebbe avvertire il minimo rimpianto dopo una serata del genere. «Io sono pazzo di gioia, punto e basta. Avevo una voglia bastarda di giocare, di segnare. Ho giocato, ho segnato due volte e adesso mi vado a prendere il primo trofeo della mia vita. Almeno, ho l'occasione di provarci».
Per mezza partita si è dibattuto tra i tentacoli dell'emozione. La squadra per cui avrebbe dovuto giocare, la città che da giovane era la sua, la Milano da bere che si è bevuto Destro senza mai gustarlo. «Non avevo rivincite da prendermi. Io ho conosciuto l'Inter solo nelle categorie giovanili. Con l'Inter grande non ho mai dormito. Loro potevano tenermi. Hanno scelto di non farlo. Mi va bene così». (...)
MERAVIGLIOSO - E' uscito perché il ginocchio, colpito anche in allenamento e fasciato, gli doleva. Allarme rosso. No, è uscito perché sì, sentiva un po' di dolore ma solo per via della disabitudine alla partita intera. Sospiro di sollievo. Osvaldo (che twitterà «stamattina Destro si guarda il ginocchio allo specchio e io: tranquillo bomber, non è gonfio, quella che si gonfia stasera è la rete di S. Siro») non è andato da nessuna parte: è rimasto lì a guardare il ragazzo che gli contende il posto, procurando alla squadra il derby della rivincita. Una delle poche cose di cui Destro si è reso conto perfettamente in questa serata da girar di capo: «Adesso ci aspetta una finale meravigliosa. La desideravamo noi, la desideravano i tifosi. Volevamo disputarla. Adesso che ci siamo arrivati, vogliamo vincerla. Faremo di tutto per riuscirci» (...)