07/04/2013 10:56
La testa La Roma, da questo punto di vista, è messa peggio della Lazio. Perché viene da unaltra annata che rischia di diventare un fallimento dopo le aspettative (grandissime) di luglio, perché la sconfitta di Palermo ha tagliato le gambe alle ultime (residue) speranze di Champions e perché sono tre derby consecutivi che esce in ginocchio. Di buono ci sarà lambiente, il calore dellOlimpico, una tifoseria che ancora una volta sarà vicino alla squadra, unita nel segno del rispetto di una battaglia da vincere a tutti i costi. Andreazzoli spera che questo sia laspetto in grado di dare la scossa giusta ai giocatori (che a Palermo sono sembrati troppo molli e avulsi), ma soprattutto che non carichi di eccessive responsabilità la squadra, che ancora una volta ha dimostrato di essere psicologicamente troppo fragile.
Le gambe La condizione fisica, anche, non è certo delle migliori in casa giallorossa. Basta ripensare proprio alla partita di Palermo per essere mediamente preoccupati. Squadra poco reattiva, gambe bloccate, giocatori spesso in ritardo sul pallone. E poca brillantezza negli affondi, intesi come inserimenti negli spazi. Ecco perché Andreazzoli sta pensando anche di «blindare» la difesa, con il doppio mediano (Bradley, De Rossi) davanti alla retroguardia. In un momento di non eccezionale brillantezza, meglio coprirsi e provare poi a sfruttare lestro in fase offensiva dei vari Pjanic, Totti e Lamela.
La mossa Rilanciato nelle ultime partite, in cui è stato utilizzato da trequartista, la novità di domani sera sarà lo spostamento come esterno sinistro di centrocampo di Florenzi. I motivi della scelta di Andreazzoli sono sostanzialmente due: regalare appunto più freschezza ad un centrocampo che nelle ultime uscite è sembrato faticare tantissimo (a Palermo, spesso e volentieri cera un buco di 20-25 metri tra i giocatori impegnati in fase difensiva e il resto della squadra) e contrastare le scorribande su quella fascia di Candreva. Marquinho avrebbe faticato a contenerlo, soprattutto considerando che da quella parte (in difesa) cè Leandro Castan, non certo un fulmine di guerra.