Il tabù di Pjanic

06/04/2013 10:03



IL CAMBIO - A venti minuti dalla fine, Zeman ordina la sostituzione: fuori , dentro . Roma sotto di due reti e alla disperata ricerca di una speranza. A cinque minuti dal fischio finale di Rocchi, calcia quasi da metà campo una punizione con il trucco, il laziale Marchetti abbocca e la palla finisce alle sue spalle. Visto il pallone in fondo al sacco, il bosniaco si volta verso la panchina, inquadra Zeman e, in diretta tv, gli spedisce un pensierino assai poco affettuoso. Un gesto impensabile, il commento di chi conosceva e conosce bene . Un derby indimenticabile, a voler ben guardare, per . Che, una volta cacciato Zeman, ha trovato stabilmente posto in squadra da centrocampista/regista con e/o ai suoi fianchi.



LE STATISTICHE ha giocato tre derby della capitale e non ha mai vinto. Anzi, li ha persi tutti e tre: i due nella passata stagione con Luis Enrique sulla panchina giallorossa, oltre a quello del girone d’andata. Un bilancio assolutamente negativo. Sabato scorso a Palermo è rientrato in squadra, non da titolare, dopo aver superato l’infortunio alla caviglia sinistra che l’aveva tenuto fuori gioco in occasione delle partite contro Udinese e Parma. Lunedì sarà in campo dal primo minuto e nel ruolo che gli ha disegnato su misura Aurelio Andreazzoli, quello di regista. Un ruolo che esalta le sue qualità tecniche e che gli consente di tenere in mano, come vuole il suo tecnico, le redini del centrocampo della Roma. Un compito assolto, prima dell’infortunio, con bravura e padronanza della situazione.



IL FUTURO - Al punto che le sue recenti prestazioni hanno (ri)suscitato l’interesse di una sacco di grandi club d’Europa. piace, e pure parecchio. Perché è bravo e giovane. Ecco perché uno così alla Roma ci starebbe bene anche quando sarà meno giovane. Una cosa appare certa, per ora: il club giallorosso non ha intenzione di cederlo. Ma nel calcio, si sa, nulla è certo per sempre. E appare sicuro che un ruolo determinante, in tutta questa per ora ipotetica faccenda, lo reciterebbe stesso. Finché lui avrà voglia di stare e restare alla Roma, il problema non si pone. Occorre capire, però, se e quanto in futuro avrà ancora voglia di Roma. Su di lui hanno messo gli occhi soprattutto il Manchester e il Bayern Monaco. In Inghilterra stanno cercando il vice Nasri; Guardiola, invece, l’ha individuato come lo Xavi del suo Bayern.



PENSIERI E PAROLE - finora non ha mai minimamente accennato alla possibilità di mollare la Roma e accasarsi altrove. Anzi, il bosniaco non ha perso occasione per ribadire il suo attaccamento alla Roma e alla causa romanista, in primis al lussuoso contratto che lo blinda fino al 2015. È uno pienamente integrato nello spogliatoio, uno che gode della fiducia anche dei compagni più esperti: alla Roma non gli manca niente, solo che alla Roma mancano quei risultati che potrebbero scacciare dalla mente di qualsiasi tipo di ombra.



L’APPUNTAMENTO - Vuole essere protagonista nel derby, magari con un gol più pesante; vuole infrangere quel tabù anche per zittire il suo compagno di nazionale, Senad Lulic, che dallo scorso anno gli rinfaccia le sconfitte di fila. L’occasione ideale per tornare - e far tornare - a sorridere la gente della Roma.