La fede di Lorella: «La finale? Ci porterò i miei figli»

21/04/2013 12:08

 
Quindi per la finale tornerete?
«Spero di sì. Vediamo quando saranno ufficializzati data e orario, ma contiamo di esserci. È una partita storica».
 
Manderebbe i suoi figli più grandi allo stadio anche senza di lei?
«Giovanni, che ha 17 anni, già ci va con gli amici. Non ho paura, credo sia importante che i ragazzi si avvicinino allo sport nel modo giusto. Per colpa di cinquanta o cento teppisti viene rovinato tutto il resto. Io all’Olimpico mi sento sicura».
 
Con i suoi figli parla spesso di calcio?
«Sì, io ho una passione per mentre loro preferiscono . D’altronde ha quasi la loro età… Marquinhos, per esempio, è del 1994 come la mia prima figlia. Mercoledì ero a Milano per la semifinale e per “Trenta ore per la vita” e vederli così da vicino mi ha fatto impressione perché molti di loro sono davvero dei ragazzini. È anche per questo che capisco gli alti e bassi della Roma: è una squadra giovane, bisogna avere fiducia».
 
A proposito di «Trenta ore per la vita». Oggi si conclude la settimana di sensibilizzazione. Quest’anno il vostro impegno è a favore dello sport.
«Sì, stiamo raccogliendo fondi per l’acquisto di defibrillatori cardiaci da donare a scuole e impianti sportivi».
 
Metterete all’asta anche le maglie di grandi giocatori.
«Sì, abbiamo , , Cassano, Stankovic e Aquilani: sono stati molto gentili e sensibili perché è un argomento che riguarda tutti, sia gli sportivi di alto livello, sia i non professionisti. Purtroppo c’è bisogno di raccogliere fondi e di parlarne perché l’Italia è ancora molto indietro rispetto agli altri paesi europei».