16/04/2013 10:35
La svolta per Lamela è arrivata in questa stagione, grazie a Zeman, sicuramente, ma anche alla sua crescita negli ultimi metri. Con 14 centri (senza rigori) è il capocannoniere della squadra e gli rimangono ancora sette partite, forse otto per alimentare il bottino. La partita di Torino rappresenta un passo in avanti simbolico, oltre che concreto: per la prima volta Lamela ha tirato fuori la Roma dai guai con una prodezza. Dopo essersi presentato con un gol simile al Palermo allesordio, troppe volte gli era capitato di segnare durante partite poi perse o già chiuse. Non cè dubbio che il bello debba ancora arrivare. La Roma vuole costruire attorno a lui lattacco del futuro ed è pronta a respingere gli assalti dei grandi club. In molti, inevitabilmente, lo stanno seguendo con attenzione. Dal Manchester United che ha appena ricevuto la relazione di Ferguson jr. in tribuna a Torino (era lì per studiare anche Ogbonna), ai rivali del City dove Mancini stravede per il talento giallorosso, fino a Barcellona e Bayern Monaco. Ma a Trigoria hanno già deciso: Erik non si tocca, a meno di offerte clamorose, da 40 milioni in su.
Almeno per un po: è chiaro che se Pjanic il caso più urgente rinnoverà il contratto con adeguamento dello stipendio, poi bisognerà accontentare anche Lamela. E Marquinhos: sono loro tre i «gioielli» che Pallotta ha dichiarato incedibili.
Era un punto fermo di Zeman e lo è rimasto con Andreazzoli: è al terzo posto insieme a Castan per minuti giocati in stagione, dietro Totti e Piris. Domani sarà ancora titolare nella gara chiave della stagione in coppa con lInter : sarà anche una sfida contro Ricky Alvarez, quello che Sabatini voleva portare alla Roma. Se ci fosse riuscito, probabilmente Lamela non sarebbe qui.