02/04/2013 10:46
Ricordi a metà Nato il 2 aprile 1990 a Tuzla, Pjanic ha festeggiato nella sua patria solo il primo compleanno. La guerra poi lha costretto a partire: «I miei compleannimeli ricordo in Lussemburgo e Francia. Non in Bosnia, dove ho ricordi a metà».. Da due anni li festeggia a Roma, col solito copione: pizza per i compagni nello spogliatoio dopo lallenamento e cena con gli amici più stretti in un ristorante non lontano da casa. Pasqua non lha festeggiata, essendo musulmano, ma ha approfittato di questi due giorni di riposo per recuperare dal problema alla caviglia, non al meglio nonostante il secondo tempo giocato a Palermo.
Ancora di salvataggio In un centrocampo che, a partire da De Rossi, questanno fatica a trovare gioco e condizione, il rientro di Pjanic, parola dei dirigenti romanisti, viene visto come «una benedizione». Regista accanto a Daniele, sarà lui lunedì sera a dettare i tempi del gioco: da riserva a titolare indispensabile in un girone. Senza pensare al rinnovo di contratto - che la Roma vorrebbe, mentre lui per adesso preferisce aspettare - e contro lamico Lulic.
Buon maestro Magari su punizione. Il maestro daltronde, Juninho Pernambucano, è di quelli doc. Il portale sport.ba, ieri aveva in homepage le parole di Pjanic proprio sullex compagno del Lione: «Quando è andato via ho chiesto la maglia numero 8 in suo onore. E un grande calciatore». Come Totti: «Loro sono quelli da cui ho imparato di più. Per me aver giocato e giocare con loro è un onore». Juninho, un anno in più del capitano giallorosso, adesso si diverte a New York tra calcio e hot dog, Totti invece guida ancora la Roma. Con Pjanic accanto. Alla ricerca della vittoria contro la Lazio, che il bosniaco non ha mai battuto. E quella sì che sarebbe una festa, più di quella di oggi.