Mister X

11/04/2013 09:44

ALLEGRI - Massimiliano Allegri risponde perfettamente all’identikit del tecnico che sta cercando la Roma. Giovane ma già navigato, vincente di successo anche per come sa esporsi alla multimedialità strabordante del calcio moderno. Duttile tatticamente, abituato a lavorare con i giovani e a valorizzarli, lanciandoli senza paura nella mischia. (...)

Allegri è tutto questo ma anche altro. Nel senso che anche a lui la destinazione Roma piace eccome. Sì, ma perché lasciare un Milan proiettato se non altro verso una nuova dove poter ribadire il suo blasone e la sua vocazione internazionale? (...) 
Non ci sono in realtà grosse controindicazioni, proprio perchè Massimiliano Allegri nella lista delle preferenze dell’attuale dirigenza giallorossa occupa saldamente il primo posto. Viene alla mente però l’andamento lento di molte sue partenze in campionato, sia con il Cagliari che sulla panchina del Milan. Nelle ultime stagioni i tifosi della Roma sono diventati insofferenti, scottati, bruciati da due gestioni tecniche che hanno consegnato la Roma ad un’aurea mediocrità fin dalle prime battute della stagione. E vorrebbero un allenatore che porti subito la Roma in pole position per una partenza stile Alonso: all’attacco. Allegri ha dimostrato che per far bene deve avere la massima fiducia della società e il tempo necessario per far carburare la sua macchina, che quando prende i giri giusti, poi sa viaggiare ad un’eccellente velocità di crociera. Ma il rischio di una partenza stentata è nelle cifre del suo curriculum. (...)

PELLEGRINI - Attraversando coraggiosamente bilanci sprofondanti e piani di rilancio, modellando formazioni con ragazzi di talento e vecchi soldati eterni, Manuel Pellegrini, nome completo Manuel Luis Pellegrini Ripamonti (indovinate da quale nazione arrivava il nonno paterno: la regione comunque si chiama Basilicata), ha portato il Malaga a pochi secondi dalla semifinale di (...)  Ma Pellegrini ha portato il Malaga sin dove è arrivato con la forza brutale del gioco, armonizzando le qualità dei propri giocatori, richiamandoli a un amore per la maglia che prescinde dalle prospettive di carriera e dalle beghe politiche. L’esperienza di Pellegrini al Real Madrid si è conclusa dopo un secondo posto in campionato e prima dell’arrivo di José Mourinho. Però Manuel Luis eccetera non è uno che si perde d’animo. Ha imparato la perseveranza quand’era giocatore all’Universidad de Chile: 451 presenze in mezzo alla difesa. Una fedeltà alla bandiera che dovrebbe apprezzare. Lo chiamano l’ingegnere, per la sua laurea e perché disegna pazientemente le sue squadre con matematica attenzione al dettaglio. E perché non crede alla sfortuna, al destino, alle maledizioni. Non ci crede ma forse le maledizioni credono in lui. E’ già la seconda volta che gli ultimi minuti gli sono letali. (...)

Pura coincidenza. Oppure il segno di qualcosa che non funziona nella resistenza psicologica di Pellegrini alle altissime quote, qualcosa che il tecnico qualche volta trasmette ai propri giocatori rendendoli irresistibilmente nervosi. Soprattutto, l’allenatore ha reagito con qualche eccesso all’ultima eliminazione, accusando l’Uefa di non volere una squadra in difficoltà economiche nella semifinale di . Come se gli arbitri si fossero
in testa di applicare preventivamente il fair play finanziario. (...)

ANDREAZZOLI - Conosce Trigoria e i suoi sotterranei come la sua immagine allo specchio. Praticamente ci vive dal 2005, quando Luciano Spalletti lo portò con sé, assistente alla panchina, dall’Udinese. Aurelio Andreazzoli conosce tutto e i giocatori conoscono lui. Infatti sono stati i suoi grandi elettori quando si è trattato di restaurare l’ordine costituito alla fine della zemaniana rivoluzione perduta.

Non solo lo conoscono. Lo stimano, lo apprezzano, lo ascoltano. E gli dedicano le proprie invenzioni artistiche. Sette anni fa Rodrigo Taddei creò una finta che violava le leggi della meccanica classica e volle chiamarla Aurelio in onore di Andreazzoli. Di mestiere per diverse stagioni il tecnico massese ha fatto il tattico. Quindi conosce benissimo e sa valutare nella corretta misura l’importanza degli equilibri in campo e della distanza tra un reparto e l’altro, tra un calciatore e l’altro. Poche fissazioni per la preparazione fisica parossistica (forse anche troppo poche) e notevole fiducia nel talento puro degli interpreti. (...)

Con il passo sin qui tenuto da Andreazzoli non si arriva neppure in Europa League. Inoltre i tifosi non sono rimasti incantati dal sano pragmatismo con il quale il tecnico ha affrontato il derby: con una squadra infeltrita a centrocampo e in difesa che non aveva nessuna possibilità di rallentare gli ingranaggi dell’organizzazione di gioco della Lazio.

Naturalmente ben poco dei problemi strutturali della Roma, peraltro una squadra passata al setaccio delle sfiancanti teorie di Zeman per tre quarti di stagione, può essere imputato ad Andreazzoli. La vera perplessità dei proprietari statunitensi sta nel timore che i fan possano interpretare la conferma dell’attuale allenatore come una scelta al risparmio, di profilo basso e basso orizzonte. E questo per una società che si è posta la missione di rendere produttivo un affare tradizionalmente in perdita come il calcio è un rischio inaccettabile.

MAZZARRI - Le sue bande suonano il rock. Più ancora di quelle di , forse. Walter Mazzarri è uno dei due maggiori motivatori che il calcio italiano attuale enumeri. Le squadre che mette in campo corrono, straziando se stesse e gli avversari. Apparentemente, non si stancano mai. Il è storia recente e ancora in corso, pure se forse arrivata alla fine. Ma il capolavoro di Mazzarri è probabilmente la salvezza della Reggina nel 2007, ottenuta dopo aver azzerato la classifica da una penalizzazione di 11 punti.

(...) Con i giallorossi aveva parlato e quasi firmato nel 2009. Poi la Roma virò su Ranieri e lui virò su . Mazzarri è troppo amico di se stesso per lasciarsi alle spalle qualcosa di incompiuto. Mazzarri non ha voglia di invecchiare in panchina. Perlomeno non vuole darne l’impressione. Ripete spesso: forse ancora due, tre anni, poi smetto. Di anni ne sono passati parecchi di più dalla prima volta che lo ha confidato. Comunque la stanchezza che progressivamente lo coglie a restare a lungo nello stesso ambiente suona sospetta alla Roma, che deve riprendersi da una serie di esperimenti tecnici falliti e ha bisogno di una qualche forma di stabilità.


Naturalmente una squadra imbottita di talenti giovani come la Roma sarebbe una sfida stimolante per chiunque e Mazzarri adora le sfide. Ciò che non adora, anzi detesta, sono i guidatori del sedile posteriore. Quelli che cominciano a dettare consigli alla prima sbandata. A Roma ne troverebbe una quantità inusitata per lui, abituato a disperdere il dissenso con poche vigorose espressioni della sua robusta personalità.

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PIOLI - Facciamo subito una premessa. Pioli ha da poco rinnovato il suo contratto con il ed ha espresso la sua soddisfazione per poter continuare ad allenare la squadra rossoblù. Questo dovrebbe tagliare la testa al toro ma si sa che soprattutto in Italia (anche altrove) non funziona così. Perché se dovesse arrivare l’offertona della Roma, allora Pioli vacillerebbe e, avvisando ovviamente il , potrebbe rimettere tutto in discussione passando la palla alle due società. (...) Per il resto il profilo è ok e se la Roma volesse, basterebbe salire a e trattare, mettendo in campo anche qualche scambio di giocatori. E’ vero, ha fatto bene, ma sempre in squadre di provincia o comunque di seconda fascia, dove puoi lavorare bene e in tranquillità, senza pressioni esterne, con una società che ti dà tutto il tempo che vuoi per sviluppare al meglio il gioco della squadra. (...)  La sua tenuta, la sua resistenza a pressioni mille volte più forti rispetto a o a Verona, sono tutte da verificare. E la Roma non può permettersi di prendere un allenatore come lui e poi interrogarsi sulla sua impermeabilità alle pressioni romane. Stavolta la Roma non può sbagliare e Pioli potrebbe sembrare l’ennesima scommessa (anche se calcolata) per una squadra ancora alla ricerca di certezze e che di certezze ha bisogno vitale. Soprattutto per quanto mriguarda la guida tecnica. Senza nulla togliere a Pioli, che in assoluto ha già dimostrato di essere un tecnico più che valido.