Quando le giocavano tutte loro

17/04/2013 09:56

 

Stasera si ritrovano ancora in Coppa Italia, ma solo in semifinale. Che è diventata di straordinaria importanza per due squadre che altro non hanno. C’è una finale da raggiungere e possibilmente da vincere. La loro stagione è stata piena di stranezze, di confusione, di accidenti vari. L’Inter arriva a questa partita con una serie impressionante di infortuni e Stramaccioni, come dice Moratti, dovrà inventarsi qualcosa, dopo che i dirigenti hanno demolito, a furia di errori e di colpi di mercato alla rovescia, l’organico. (...)



La Roma ha rinunciato, per scelta dei dirigenti, a un normale (troppo normale?) equilibrio, a un impiego con raziocinio di un organico di alta qualità, per puntare alla prima rivoluzione di Luis Enrique e poi, non soddisfatta, alla seconda di Zeman, prima di affidarsi a un riequilibratore come Andreazzoli. Il momento però è diverso: l’Inter arriva da due disfatte, in casa con l’Atalanta e a Trieste col Cagliari; la Roma invece ha vinto a Torino e dentro ha una nuova forza, una nuova sicurezza.

Dalla partita di stasera può nascere il riscatto di chi riuscirà a passare il turno. Inter e Roma sono finite in un angolo, a rincorrere un’idea, un programma che le riporti al vecchio livello. Non si ritrovano nel cantuccio di oggi, con la che domina, il che le sorpassa e perfino con la che le tiene dietro. Hanno bisogno di un’altra vita, della loro vecchia vita, quando erano ammirate e rispettate, quando Spalletti e Mancini si facevano i dispetti, quando in campo portavano il meglio del calcio italiano. Non stiamo parlando di un secolo e nemmeno di un decennio fa, stiamo parlando di una ventina di mesi addietro. E’ un tempo breve perché tutto sia dimenticato.