Roma, il futuro è adesso con Mattia e i suoi fratelli

19/04/2013 11:09

C’è la sua firma non solo sulla vittoria contro l’Inter, ma sull’intero cammino in Coppa Italia. In un anno complicato prima dal rapporto non idilliaco con Zeman (che gli preferiva Osvaldo) e poi da un infortunio al menisco che lo ha tenuto fuori per oltre due mesi, i gol di hanno avuto un’incidenza importante nel percorso romanista. I suoi 5 gol in 4 partite sono stati (quasi) tutti decisivi: sicuramente quello dello 0-1 realizzato a Firenze nei tempi supplementari dei quarti di finale contro la , il suo secondo nella competizione dopo quello ininfluente nel 3-0 casalingo contro l’Atalanta. Ed è stato altrettanto importante quello realizzato nella semifinale di andata, terminata 2-1 contro l’Inter. Superfluo, poi, sottolineare come la doppietta di San Siro abbia rimesso a posto il discorso qualificazione dopo il vantaggio interista. In attesa di poter completare il suo grande slam in finale contro la Lazio, a cui ha già segnato tre volte in carriera, Mattia potrà concentrarsi sulle sei gare che mancano alla fine del campionato, competizione in cui ha messo il timbro solamente quattro volte. Anche in questo caso, però, ad eccezione del suo primo gol (l’ultimo della Roma nel 4-1 casalingo contro il Palermo, la cui esultanza gli costò pure un’espulsione che lo tenne fuori nel derby di andata), sono stati tutti colpi decisivi. Quello realizzato a portò tre punti importanti, così come la doppietta realizzata la settimana successiva nel 3-1 di Siena. Quando ha segnato , insomma, la Roma ha sempre vinto: un buon motivo per cui Andreazzoli dovrebbe continuare a puntare su di lui.

, insieme a Lamela, rappresenta il presente e il futuro della Roma: Mattia è del ’91, Erik del ’92. Non ci sono altre squadre in Italia—quella che si avvicina di più è il Milan con Balotelli (’90) ed El Shaarawy (’92)—che possono contare su attaccanti così giovani e già così forti. Gioventù e talento che la formazione giallorossa ha in abbondanza anche in altri reparti del campo. In difesa, in attesa dell’esplosione di Dodò (’92) e Romagnoli (’95), si è affermato Marquinhos: diciannove anni da compiere il prossimo 14 maggio e sembra già un veterano. Non è un caso che per lui e per Lamela si siano già scomodati gli osservatori delle squadre di mezza Europa. La Roma non ha però nessuna intenzione di perderli e presto blinderà lui e «El Coco» con un rinnovo e un sostanzioso aumento di stipendio. Operazione già effettuata con Alessandro — anche lui classe ’91 ma romano e romanista e quindi più facile da convincere — e che potrebbe essere necessaria anche per , il più «vecchio» (’90) ed esperto della nidiata. Tutti calciatori che molto probabilmente faranno vincere la Roma nel futuro ma che potrebbero riuscirci — e sarebbe questa la vera rivoluzione culturale auspicata dai dirigenti giallorossi— già nel presente.