11/04/2013 20:41
BISOGNO DI GOL - A voler dar ragione ai numeri, la Roma non sembrerebbe aver problemi in attacco: 61 reti all'attivo, come la Juventus capolista, tre giocatori in doppia cifra e quindici a segno. Non bastano queste statistiche a tranquillizzare Andreazzoli, che nelle ultime due gare ha trovato una sola rete, quella di Francesco Totti, su calcio di rigore, nel derby. L'allarme è infatti scattato dopo il primo tempo contro la Lazio, terminato sotto di una rete e con poche speranze di ribaltare la situazione. Una leggera scossa è arrivata solo con l'inserimento di Destro: l'uscita di De Rossi, lo spostamento di Pjanic in cabina di regia e un punto di riferimento in attacco hanno migliorato la manovra giallorossa, fino a quel momento prevedibile e basata sui lanci della difesa. Andreazzoli, in questo momento, sembra aver decisamente bisogno di uno dei suoi attaccanti di peso. Non a caso questa mattina, a Trigoria, ha provato (oltre alla difesa a 4) il tridente Totti-Lamela-Destro, con l'argentino che però è stato costretto ad uscire anzitempo per una botta alla caviglia. Nulla di preoccupante, domani tornerà in campo con i compagni. Il tecnico giallorosso, che vorrebbe concedere un turno di riposo a Totti, non ha ancora deciso a chi, tra Osvaldo e Destro, affidare l'attacco.
OSVALDO NON SORRIDE - Concedere una chance di redenzione ad Osvaldo o puntare sulla voglia di giocare di Destro, non ancora al massimo della condizione fisica? Sono questi i dubbi che attanagliano Andreazzoli nelle ultime ore. La tifoseria non ha perdonato all'italo-argentino l'assenza in tribuna nel derby, causa viaggio di piacere a Londra con l'attuale partner. La società ha invece scelto la via dell'indulgenza: la sua presenza all'Olimpico non era obbligatoria, sicuramente preferibile, anche perché stridente con il comportamento di Balzaretti, anch'egli squalificato, rimasto però insieme ai compagni nel pre-partita e tra i fotografi durante il match. Sabatini, che ha ben chiaro l'umore della città, ha evitato di entrare nella questione con il giocatore: inutile innervosirlo ancora di più. L'umore dell'attaccante è pessimo, e neanche gli scherzi dell'amico Totti riescono a distrarlo: il capitano giallorosso, durante l'allenamento, ha stuzzicato Osvaldo con una pallonata alla schiena, per poi incolpare della stessa il tattico Beccaccioli. Qualche risata tra i compagni, solo un abbozzo di sorriso da parte dell'italo-argentino. Domenica però, contro il Torino, Andreazzoli potrebbe approfittare della lontananza dagli inevitabili fischi dell'Olimpico per mandarlo in campo e aiutarlo a ritrovare quel gol che ormai manca da 74 giorni, durante i quali ha spinto più trolley che palle in rete.
RIVINCITA DESTRO - Non ci sono solo i cattivi rapporti con l'ambiente ad allontanare Osvaldo da Roma. Il ritorno di Mattia Destro, tornato in campo dopo 78 giorni dall'infortunio al menisco, offrono ad Andreazzoli una carta in più in attacco. L'ex Siena è clinicamente recuperato dopo l'operazione al ginocchio, e a Trigoria ne tessono le lodi per la voglia di riprendersi il tempo perduto tra le mani del fisioterapista. Destro ha però bisogno di ritrovare confidenza con il campo e, soprattutto, di allontanare dalla testa i fantasmi di un nuovo infortunio. L'occasione potrebbe arrivare già contro il Torino, dove però Andreazzoli pare intenzionato a concedergli solamente un altro spezzone di gara. Sicuramente, vista anche la squalifica di Osvaldo, martedì sera contro l'Inter avrà il compito di guidare l'attacco della Roma verso la finale di Coppa Italia. D'altronde questa opportunità, ai giallorossi, l'ha regalata anche lui, con 3 gol in 3 gare disputate nel torneo. Quasi una rivincita sul destino che, proprio nella semifinale di andata, dopo il gol ai nerazzurri, fece compiere al ginocchio quel movimento innaturale costatogli 2 mesi di stop. Destro sa bene di avere otto gare (più un'eventuale finale) per convincere la società di poter guidare l'attacco della Roma anche nella prossima stagione. Qualora ci riuscisse, per Osvaldo si dimezzerebbero le possibilità di rimanere nella Capitale.