09/04/2013 21:43
OCCHI AL FUTURO: ALLEGRI, PIOLI, DONADONI. O... - Forse anche Andreazzoli, aggrappato al traguardo della coppa per provare a conservare una panchina sempre più lontana per il futuro: potrebbe persino non bastare. La Roma ha inevitabilmente già avviato i programmi per la ricostruzione della squadra e stavolta, dopo gli errori commessi scegliendo Luis Enrique prima e Zeman poi, a Trigoria sanno di non poter più sbagliare il nome. Andreazzoli avrebbe avuto concrete possibilità di trasformare il suo ruolo provvisorio in definitivo (almeno per altri 12 mesi) centrando il terzo posto, obiettivo stagionale del club, ma con il traguardo sfumato anche sollevare la decima coppa Italia della storia romanista dovrebbe rimanere il suo ultimo atto da prima guida tecnica. Allegri la primissima scelta (che con il Milan continua a mantenere un rapporto in equilibrio precario), al pari di Spalletti (contatti autunnali, ma difficile per questioni economiche). Poi Pioli e Donadoni: rapporti ci sono stati con tutti loro, a Trigoria è stato offerto tempo fa anche Mazzarri che però entusiasma poco (e sembra orientato a restare a Napoli). Allenatori prosaici, che non rinunciano all'idea di imporre un gioco conservando però l'attenzione alla fase di non possesso: in pratica, dopo aver inseguito inutilmente l'utopia si dovrebbe provare a puntare sulla praticità. Ma quelle caratteristiche a Trigoria le hanno individuate anche in Roberto Muzzi, attualmente vice di Andreazzoli e carta a sorpresa se si decidesse di rischiare ancora, costruendosi in casa l'allenatore del futuro. Unendo al pragmatismo di un allenatore accorto, l'ennesima dose di utopia.
SPINA OSVALDO, MA LA ROMA NON LO SANZIONA - Intanto domani toccherà ancora a Andreazzoli riprendere il lavoro verso Torino. E nel gruppo tornerà anche Osvaldo, reduce dall'ultima "fuga d'amore", a Londra, con la fidanzata Jimena. Il rapporto con la città è lacero, anche qualche compagno avrebbe gradito poco l'abbandono - nonostante la squalifica - nel momento più delicato della stagione. E persino l'allenatore ha, tra un equilibrismo e l'altro, evidenziato la discrasia con il comportamento di altri giocatori: "Balzaretti è voluto venire allo stadio sul pullman con noi pur non essendo a disposizione", stridente quanto la richiesta vecchia soltanto di dieci giorni, con cui Destro chiedeva di essere aggregato alla squadra pur se indisponibile. Il contrario di Dani, che ha preferito sparire. Eppure la dirigenza è pronta a giustificarlo perché non vincolato da alcun obbligo di senso contrario e non ha alcuna intenzione di sanzionarne il suo comportamento né di redarguirlo. Soltanto filtra il rammarico perché non abbia sentito il bisogno di stare con il resto del gruppo nella gara più sentita. Più complicato spiegarlo ai tifosi, inferociti con lui, che non segna dal 27 gennaio, una vita fa. Troppo per un centravanti, che nella capitale si è segnalato per i 23 gol in due anni, ma anche per tanti episodi sconsiderati. Dalla Russia sarebbero pronti a prenderlo in un amen, in Italia ci pensano Fiorentina e soprattutto Napoli, lui sogna la Spagna. Una spina che in estate la Roma dovrà risolvere, in un senso o nell'altro.