Roma, Totti scherza sul contratto: "Firmo fino al 2020"

06/04/2013 21:39

Il primo ad arrivare è stato Pallotta: jeans, camicia azzurra e gilet blu scuro, e accompagnato dal consulente Alex Zecca, dall'amministratore delegato Italo Zanzi e dal consigliere d'amministrazione Mauro , ha atteso paziente all'interno del ristorante l'arrivo di un ospite importante. E lì, pochi minuti più tardi, l'ha raggiunto (con lui anche il suo e braccio Vito Scala), camicia di jeans chiara e uno sguardo sorpreso soltanto dal trovare qualcuno a immortalare il suo incontro con mr. Jim. Una foto insieme all'ingresso, sorridenti, poi tutti a tavola. Per festeggiare, i due (e i loro commensali) hanno scelto una fantasia di antipasti, dall'astice alla catalana al trancio di rombo in crosta di patate e pistacchio, purè di ceci con baccalà e rosmarino, carciofi alla giudia. Poi orata alla griglia, pinzimonio e mix di formaggi, annaffiati da Pinot grigio d'erma. La trattativa vera sarà condotta dal management, ma Pallotta teneva a essere lui il primo a mandare un segnale al numero dieci. Una questione di rispetto se soltanto qualche giorno fa, da New York, lo stesso presidente aveva detto: "Francesco starà con noi finché giocherà".
 
Parole pronunciate da Mr President soltanto martedì, dagli States, a quasi settemila chilometri da casa. Impossibile evidentemente attendere fino a sabato per parlare con la à: lo ha fatto oggi, riservando i propri pensieri alle domande di un'emittente locale. "Sono io il boss, nel bene e nel male", il punto di partenza di Pallotta, in risposta a chi si domanda chi comandi alla Roma tra una presidenza lontana e un management molto numeroso. Sgombrando il campo da insinuazioni e polemiche: "Può sembrare che la squadra sia gestita da Boston, ma non è così. Noi parliamo sempre con il management che c'è sul territorio. L'impressione che sia ha, che le cose vadano avanti solo quando vengo a Roma, è sbagliata. Parlo continuamente con Italo Zanzi". Più difficile magari avere risposte riguardo la trattativa naufragata con il sedicente sceicco Adnan Qaddumi. "Molte fonti ci hanno dato attendibilità. Abbiamo fatto un contratto ma non è andata bene. Non voglio entrare nei dettagli.". Un peccato davvero. Ma Pallotta tiene a chiarire almeno il perché si iniziò a parlare con lui: "C'è una strategia sugli investitori - la verità del presidente - e se sui giornali leggete cose diverse da quelle che diciamo noi, sono speculazioni. Se vedete quanto abbiamo investito sul mercato, abbiamo la capacità di competere con chiunque. Per il capitale c'è bisogno di strategie per far crescere il brand. Sul capitale ci vuole più flessibilità, non è che adesso non abbiamo i capitali. Non è un problema di capitale, li abbiamo e rispetteremo le cose da fare. tutto quello che leggete non è la verità". Amen.