Andreazzoli: «Allegri o Mazzarri la scelta è giusta»

12/05/2013 10:50

 
GAVETTA - Ce la mette tutta (...). Non nega però che adesso va a sfidare petto contro petto proprio i due uomini che si dividono le maggiori possibilità di essere il prossimo anno al timone della Roma. «Allegri e Mazzarri, lo so. Hanno entrambi l’identikit del mio allenatore ideale. La loro qualità è dimostrata dai risultati che hanno ottenuto dovunque hanno lavorato, nel corso dell’intera carriera. Vengono dalla gavetta, sono andati bene in tutte le piazze. Non vedo perché non dovrebbero riuscire a Roma».

Vorrebbe restare dov’è, questo è chiaro e umano. Soprattutto non sopporta il confronto con Zeman. «Sono stato chiamato a salvare una stagione cominciata male. A rivalutare giocatori vicni a smarrirsi. A restituire entusiasmo. Ecco, in questo ho fallito. Ma forse per l’entusiasmo mancavano i presupposti. Il che, sia chiaro, non significa dare la colpa delle sconfitte ai giocatori. Ne ho conosciuti di tecnici che scaricano le responsabilità. Io me le prendo tutte».

 
BIVI - Tutte quelle che ritiene sensate, naturalmente. «Mi sono stati attribuiti scelte tattiche sagaci ed errori grossolani. Ma non può essere che a seconda del risultato un’idea sia un giorno geniale e un altro folle. Non ho mai preso una decisione solo per dimostrare che sono bravo, che merito questa panchina. Io non devo dimostrare niente, alla mia età e con il mio curriculum. Piazzarmi in vetrina non rientra nel mio carattere. Chi scrive commenta quanto accaduto. Io devo prevedere quanto accadrà ed è un’altra faccenda. Invece ho fatto cose di cui mi sono pentito. Per esempio togliere a Udine. Appena è uscito abbiamo incassato il pareggio. Avrei voluto rimetterlo in campo».

Già, esistono fratture dello spaziotempo, bivi in cui non si torna indietro. Uno di questi probabilmente è stata la partita con il Chievo. Un altro è il derby definitivo del 26 maggio. «Io voglio vincere la Coppa Italia. Questo è chiaro ed evidente. Ma senza buttare via le partite con il MIlan e il . Se adesso non siamo in Europa vuol dire che non siamo attrezzati per esserci. Però aspettiamo la fine della stagione per tirare conclusioni del genere. Siamo già usciti quattro o cinque volte dall’Europa League. Poi siamo tornati in corsa e si parlava addrittura di ». Stringe in mano il foglietto con la classifica avulsa personale. «Aggiungiamo anche il Chievo alle partite in cui abbiamo sprecato punti. Non è stata una prestazione scadente». Su questo dissentiamo, ma lui precisa la sua tesi: «Meritavamo di vincere e non ci siamo riusciti». La lista dei giorni perduti che ormai è diventata faldone.