Baldini prepara l'addio

09/05/2013 09:29



LA CADUTA DEL - Baldini, già in autunno, avrebbe voluto più potere all’interno della struttura societaria. Era una promessa che gli aveva fatto, a luglio, James Pallotta in persona, durante la tournée negli States. La vicenda dello sceicco e l’esonero di Zeman non hanno certamente aiutato il che spesso, anche ultimamente, ha ricevuto, dentro Trigoria e platealmente, più critiche che consensi. I collaboratori di Pallotta lo hanno definito distaccato o quantomeno non partecipe come all’inizio dell’avventura, in alcuni casi si sono lamentati degli sbalzi d’umore e in assoluto della presenza-assenza. Baldini, stufo di certe lamentele, si prepara a lasciare. Lo aspetta il Tottenham a Londra.



L’ASCESA DEL DS è ormai il capo assoluto a Trigoria. Come Andreazzoli, è sempre dentro il centro sportivo e ogni decisione si prende nel suo ufficio. Per la proprietà non si discute e il suo rinnovo di contratto va dato per scontato. Dall’estate scorsa, è stato lui a scegliere che cosa fare e in qualsiasi settore, dall’individuazione, uno per uno, dei tanti componenti dell’ufficio di comunicazione a quella del dei portieri, dalla promozione di Andreazzoli agli uomini da affiancare al traghettatore, dal primo contatto con Allegri alla virata su Mazzarri. E’ lui che parla a quattr’occhi con i giocatori, in particolare gli stranieri. Il suo primo interlocutore è Burdisso. Pallotta non gli metterà nessuno sopra anche se Baldini andrà via. Gli chiederà solo se avrà bisogno di potenziare il suo staff di collaboratori, magari prendendo l’amico Sensibile, ex ds della Sampdoria, o dando più spazio al suo braccio Frederic Massara. A quest’ultimo, per ora, ha promesso il ruolo di responsabile del settore giovanile, ma un paio di mesi fa Baldini si è impegnato con Bruno Conti per confermarlo e l’attuale capo dei giovani ha accettato una riduzione dello stipendio. Toccherà al ds, entro fine stagione, sistemare la questione.



I DOPPIONI - Il Zanzi rimane il trait d’union tra Roma e Boston. E l’ è poco coinvolto. Entra in scena solo quando deve rappresentare il club in Lega e nelle riunioni sullo stadio di proprietà. E’ l’interlocutore della Banca che avrebbe voluto un uomo di forte personalità: Lo Monaco, ex ad del Palermo. Troppo accentratore, però, per convivere con che ne ha respinto la candidatura.