26/05/2013 11:26
Tensione Senza dire se sarà o meno la sua ultima partita in giallorosso, Nicolas si presenta nella stracolma sala stampa dellOlimpico, guarda la Coppa Italia, spiega che la «tensione è quella giusta» ed aggiunge: «Pensiamo ad alzare il trofeo, abbiamo la giusta mentalità. È una partita storica, diversa dagli altri derby e da tutte quelle che abbiamo affrontato finora». La più importante della sua carriera? Forse. Di sicuro la più sentita: «Per le motivazioni che ho dopo quattro anni qui e per come la gente sta vivendo questattesa so che è speciale. Abbiamo lottato per arrivare a giocarci questa Coppa, sappiamo che tutto il mondo ci guarda e abbiamo la possibilità di diventare campioni».
Klose e non solo Da difensore, Burdisso sa che il tedesco è il pericolo numero uno. Ma non cè solo lui: «Sappiamo le potenzialità sue e della Lazio e sappiamo come possono farci male. Ma sappiamo anche come farlo noi a loro». Il segreto è uno: «Mi auguro che questa sia la partita di De Rossi, ma mai come stavolta è il gruppo che conta. Sarà la partita della squadra e di chi lavora a Trigoria».
Il regalo più grande Pensa ai tifosi, ai compagni, a chi fatica al Fulvio Bernardini ogni giorno. Ma, Nicolas Burdisso, pensa un po anche a se stesso. Difficile dargli torto: un anno fa, era il 24 maggio 2012, giocava per la prima volta unamichevole con la Primavera a sei mesi dal terribile infortunio al ginocchio sinistro. Oggi scende in campo per il derby di Roma più importante di sempre. E chissà se dopo quella notte in Colombia, dove si fece male durante una partita con la Nazionale, se lo sarebbe aspettato. Di certo, da quando i medici gli hanno assicurato che sarebbe tornato a giocare, non ha saltato un giorno di allenamento. Anche per questo, dice emozionato, «spero di fare un regalo a me stesso. Per tutto quello che ho passato negli ultimi due anni».