Il giallo del marchio Roma. Pallotta fa marcia indietro?

31/05/2013 15:30



E' vero che Pallotta ragiona con una visione mondiale, sa che Roma nel mondo è un brand che apre tante porte. Ma doveva sentire anche i tifosi e rendersi conto che per diventare un club mondiale la strada è ancora molto lunga. Non si dimentichi, Pallotta, che sono già arrivati dodicimila abbonamenti "al buio" per la , non sapendo nemmeno chi sarà l'allenatore e quali i rinforzi dal mercato estivo. Una prova di fedeltà degli ultrà giallorossi che in questi anni hanno fatto non pochi sacrifici e sono stati ripagati da ben poche soddisfazioni. La Roma è già venuta incontro ai suoi tifosi con iniziative volute dall' che ho elogiato, come gli spazi famiglia all'Olimpico e i voucher per la , che si possono ottenere senza tessera del tifoso, poco amata dalle parti di Trigoria (ma chi scrive o dice che è il via libera ai violenti non ha capito proprio niente). Per quanto riguarda il brand, quanto vale davvero il marchio giallorosso? Nell'ultima indagine è calato del 4 per cento, la società è ventottesima con 64 milioni (il Bayern primo con 668!). Stando in Italia, la Roma è superata da Milan, , Inter e . Ma precede la Lazio (40 milioni), piccola soddisfazione. Certo che le società italiane valgono pochino rispetto alle tedesche, inglesi e spagnole. Bisognerà lavorare molto su questo fronte.

Ma ora, oltre al marchio, il patron Usa dovrà dimostrare che dalle parole vuole e può (finalmente) passare ai fatti. Che si sa del progetto-stadio: a quando un business plan? Coi disegni e i plastici, non si fa molta strada. Va innanzi tutto rinforzata la società, stabilire chiaramente i ruoli. Franco Baldini andrà via: ha due offerte dal Tottenham e dalla Federazione russa (dove è ct è il suo amico Fabio Capello). Ma preferirebbe tornare a Londra, dove ha casa in un quartiere nobile, e se possibile con una buonuscita della Roma, visto che ha ancora il contratto. Baldini era tornato con grande entusiasmo in giallorosso ma si è accorto, strada facendo, che il suo ruolo era troppo "compresso", e lui è abituato ad avere carte bianca. E poi si è accorto che il calcio italiano aveva (ha) poca voglia di riforme e lui aveva delle idee che non ha potuto portare avanti. Tra l'altro, la Roma in Lega Calcio conta poco (come , Inter, ) e sta a guardare le decisioni prese da altri.