Il rinnovamento nel segno della generosità

04/05/2013 10:53

Klopp a Dortmund ha fatto questo, imitando Sacchi. E Sacchi non è un marziano. E’ nato in Italia e ha capito che quel calcio che aveva funzionato per tanti decenni, ormai non reggeva più. Usava una parola, l’Arrigo: generosità. Il calcio deve essere generoso nei confronti di chi lo segue e lo ama, lo segue perché lo ama. Vincenzo Montella in larga misura ha deciso di seguire questa strada: la maniera pratica è diversa, lo spirito che anima quella maniera è identico. E ispirati a un concetto di «generosità» sono stati i tentativi della Roma, prima con Luis Enrique e poi con Zeman: si possono criticare le applicazioni, ma non le intenzioni.

Gli allenatori sono stati negli ultimi decenni un grande patrimonio italiano, l’epoca d’oro più recente il nostro pallone l’ha vissuta quando sull’onda di Sacchi sono arrivati interpreti con idee diverse ma sempre «generose» come Lippi o Zeman o Scala. Per strade diverse perseguivano un obiettivo: l’innovazione nel segno della qualità. E’ lo stesso spirito che anima e che lo porterà a conquistare domani il secondo scudetto consecutivo. L’Italia può costruire un suo modello calcistico proprio partendo da un rinnovato slancio di generosità, da quella spinta coraggiosa che portò Sacchi in cima all’Europa e, indirettamente, Klopp non lontano da quella cima.