La Fiorentina non sa segnare. Osvaldo la punisce nel finale

05/05/2013 12:03

Una, la più importante, è che chi non segna non può vincere e in due occasioni su tre la contro la Roma è rimasta a secco: 0-1 ieri e 0-1 dopo i tempi supplementari il 16 febbraio scorso. Il particolare che in queste due partite i viola abbiano compiuto cinque legni non fa che rendere più indigesta la sconfitta e dare alla Roma, almeno questo, un merito: aver saputo soffrire contro un’avversaria con così tanta qualità. Lo score in casa della in campionato diceva 12 vinte, 4 pareggiate e solo una perduta, contro il , una specie di jolly nel mazzo. Ma anche il ruolino di Aurelio Andreazzoli merita una citazione: 7 vinte, 3 pareggiate e 2 perse, più la vittoria in semifinale di Coppa Italia contro l’Inter. Mescolando le cifre è uscito il 2 che in pochi avevano previsto e che rilancia le speranze giallorosse di conquistare un posto in Europa League anche prima della finale di Coppa Italia, contro la Lazio, il 26 maggio. Potrebbe essere un particolare importante per preparare al meglio il derby.

Il migliore in campo è stato Pizarro, un calciatore che ha lasciato tanti rimpianti tra i tifosi della Roma, ma il più decisivo è stato Osvaldo, che dopo i tre gol segnati al Siena ne ha trovato uno ancora più pesante. Dicono che alla interessi molto, per la prossima stagione, e il rilievo non è certo campato per aria. Cuadrado e , infatti, hanno più volte messo in difficoltà gli esterni romanisti ma non hanno quasi mai trovato Jovetic come terminale e Toni, entrato nella ripresa, ha fatto ancora meno. Jovetic, almeno, un tiro pericoloso l’ha scoccato, al 38’. Tiro di Aquilani, rimpallato, e a botta sicura del montenegrino, deviato sul palo da con un mezzo miracolo. A un primo tempo tutto sommato equilibrato ha fatto seguito una ripresa dominata dalla .

La Roma è riuscita a difendersi, grazie soprattutto al sacrificio di Bradley e De Rossi, spesso in inferiorità numerica a centrocampo. Ha fatto il suo anche Goicoechea, entrato al posto dell’infortunato e reaparecido dopo il 1˚ febbraio che segnò la fine dell’era Zeman e della sua carriera da titolare. Tanti piccoli segnali che, in questa stagione, la Roma era la bestia nera della e, soprattutto, di Vincenzo Montella. Ma gli applausi che tutto lo stadio ha tributato ai viola dopo il fischio finale sono il segnale che è stato seminato tanto e bene. La fortuna non si può comprare al calciomercato, ma un centravanti più cinico di quelli attuali probabilmente sì.