07/05/2013 09:31
Con la sua velocità e il suo senso della posizione, ladolescente che è più adulto di molti veterani della Serie A ha spostato il baricentro della partita di sabato scorso. Permettendo a Torosidis di rinforzare il centrocampo, andando a scheggiare i dialoghi a bordo area degli avversari, reggendo il passo delle freccette dassalto viola. Ma è quello che fa regolarmente in qualsiasi situazione tattica la mente creativa di Andreazzoli lo piazzi, nella difesa a tre in cui diventa luomo da cui le punte cercano di tenersi alla larga o in quella a quattro dove va a chiudere sulle verticalizzazioni che prendono di controbalzo i compagni di reparto.
Ma almeno ladolescente si considera a casa, scivola lungo tubi di gomma nei luna park divorando zucchero filato al fianco dei suoi amici e conterranei, dice di vivere «nella città più bella del mondo» e di non aver sbagliato «a scegliere la Roma, di sicuro» . Scivola, si diverte e mette le foto su Instagram, il social network dedicato alle immagini commentate. E arrivato a Roma e la prima cosa che gli è apparsa è stato un colpo sotto di Totti. Lì ha capito che il calcio italiano non era poi quella giungla che gli avevano descritto. Che si poteva giocare a pallone. Con Zeman, con Andreazzoli, purché ci fosse Totti. «E un fenomeno. Fa cose inimmaginabili in allenamento. E poi le fa anche in partita» . Ha sentito lodore dei soldi del Barcellona e non è cambiato. Forse solo un po turbato. «Poi mi guardo intorno e penso: qui sono troppo felice» .