06/05/2013 09:33
LA TORTA
Quattro reti nelle ultime due partite, tre al Siena e una sabato in casa della Fiorentina, colpita e affondata in pieno recupero. Un gol che ha fatto impazzire compagni e tifosi, e anche la sua compagna Jimena Baron, che ieri mattina ha twittato la foto di una torta a forma di cuore con sopra la scritta (in spagnolo) «Sei il migliore, ti amo» corredata da una dedica amorosa «Visto che ho sempre saputo che sei il migliore, ero già pronta per fare festa!».
IL PRESENTE
Con la rete di Firenze, Osvaldo ha raggiunto El Shaarawy al terzo posto della classifica dei cannonieri del campionato. Sedici gol, quattordici su azione e due su calcio di rigore (ahi ahi Genova...). Complessivamente Dani è salito a quota 20, contando anche il gol segnato in Coppa Italia e i tre con la maglia della nazionale. Un rendimento che comincia ad essere importante, considerato che nella Roma dal miglior attacco del campionato (69 reti) non segna soltanto lui: Lamela è a quota 15 e Totti è a 12. In tre hanno segnato 43 reti, e questo vuol dire che il gioco non è finalizzato per un solo attaccante. Una medaglia in più per Osvaldo che sabato sera, prima di ripartire per Roma in pullman, ha riempito di baci la figlia Vittoria, presente con la mamma allo stadio.
IL FUTURO
Francesco Totti, il capitano della Roma, è stato chiarissimo: Osvaldo non si deve cedere. A questo punto, visto che il management ha cominciato a smentire tutto e tutti, è lecito attendersi una smentita anche sulle voci relative alla cessione di Dani. In caso di silenzio, lipotesi di un addio a fine stagione sarebbe più concreta. Quanto accaduto laltra sera a Firenze in campo e sugli spalti, cioè labbraccio Osvaldo-tifosi, dimostra che il rapporto non è rovinato e che, quindi, si può continuare ad andare avanti a braccetto. Il lodo Totti («Non ce ne sono tanti della caratura di Osvaldo») più che un complimento appare un avviso ai naviganti di Trigoria. Osvaldo piace a un sacco di club in Italia e allestero, disposti a prenderlo insieme con le sue stravaganze. Perché non dovrebbe (ancora) farlo la Roma? Con un allenatore di personalità e ferme regole societarie, la gestione di Osvaldo (e del parco attaccanti) non dovrebbe esser così complicata. Destro, ad esempio, a Firenze è stato il primo ad abbracciarlo a fine gara. Il problema, insomma, non sono i giocatori.