15/05/2013 17:23
Per la squadra rosanero il periodo di ombre dunque non si arresta. Dopo la retrocessione in serie B, e linchiesta per accesso abusivo al sistema informatico che vede coinvolto il capitano Fabrizio Miccoli, il club di Maurizio Zamparini è finito in unaltra indagine. Proprio quella sul marchio Bagagli, che aveva sottoscritto un contratto di sponsorizzazione con il Palermo Calcio.
Dietro allesclusiva catena di negozi infatti ci sarebbero i tentacoli di Cosa Nostra. Il proprietario della catena, Filippo Giardina, è accusato di avere avuto un socio occulto piuttosto ingombrante: il boss di Porta Nuova Salvatore Milano. Lindagine coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dal sostituto Dario Scaletta ha portato al sequestro di beni per un valore totale di circa sedici milioni di euro. Ma cè di più. Perché laccordo di sponsorizzazione tra il Palermo Calcio e Bagagli, con annessi i volti sorridenti dei campioni rosanero, sarebbe stato mediato proprio dal boss Milano. Mi ha chiamato Filippo (Giardina, titolare della catena, nda) perché insomma ha fatto, ha fatto la pubblicità con Cavani, è contento perché è riuscito a farla dice un ex dirigente del club rosanero, parlando al telefono proprio col boss di Porta Nuova. Che risponde: Senza spese, senza soldi, per risparmiare.
Capitava poi che il mister Stefano Colantuono, allora neo allenatore dei rosanero, appena arrivato a Palermo, avesse bisogno di acquistare un paio di scarpe. E Milano gli metteva subito a disposizione uno dei sei negozi Bagagli nel centro della città.
È per questo che la procura di Palermo adesso indaga proprio su quel contratto di sponsorizzazione che lega il marchio Bagagli al Palermo Calcio: per gli inquirenti potrebbe essere stato imposto proprio dal boss Milano.
La presenza del padrino di Porta Nuova già condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso negli ambienti del Palermo calcio era già nota qualche anno fa, quando emerse che Milano aveva nelle sue disponibilità un centinaio di biglietti omaggio per ogni partita del Palermo allo stadio Renzo Barbera. Biglietti che poi distribuiva alle varie famiglie mafiose palermitane. E in alcune occasioni, riusciva addirittura a mandare messaggi alla dirigenza del Palermo, ordinando uno sciopero del tifo. Il collaboratore di giustizia Marco Coga aveva raccontato che cera Milano dietro lo sciopero dei tifosi durante il match Palermo Chievo del 2005. In quel caso i supporters della squadra rosanero erano rimasti in silenzio per tutta la durata della partita.