15/05/2013 19:09
Più concreta la soluzione di Michel Platini: chiudere le curve, o settori dello stadio. E nei casi estremi chiudere l'intero stadio. Oppure si sospendano, sempre nei casi estremi, le partite. In Italia a giugno Giancarlo Abete modificherà le norme del codice di giustizia sportiva della Figc: dal prossimo anno curve chiuse. Chissà quante? Quest'anno l'hanno scampata alla Juve e alla Roma (non alla Lazio, stadio chiuso per due turni dall'Uefa). Il prossimo anno, ci cambia. Abete sposa la linea Platini, non per niente è uno dei suoi vice (e i due si sono visti oggi ad Amsterdam). Ma se la Fifa decide diversamente? Chi comanda? Blatter, come al solito, entra a piedi giunti su tutti, ultima la Figc.
Ma le Federazioni europee rispondono all'Uefa, o no? "L'Italia non è un paese razzista, semmai ci sono persone stupide che fanno politica e nazionalismo negli stadi". Così il presidente Uefa, Michel Platini, in merito ai cori razzisti nei confronti dei giocatori di colore del Milan, nel match contro la Roma. "Dobbiamo lavorare e aiutare il calcio a non essere razzista, dobbiamo fare leggi per dare una mano agli arbitri a prendere le loro decisioni - ha spiegato Platini ai microfoni di Sky Sport 24 - Rocchi in Milan-Roma ha operato con buon senso, ha sospeso la gara per un minuto, ci sono stati appelli al pubblico e poi più nulla. Faccio i complimenti all'arbitro perché è stato veramente bravissimo".
Platini spiega di non essere d'accordo con l'ipotesi dei punti di penalizzazione per i club, la proposta di Blatter. "Le penalizzazioni non mi vanno bene perché altrimenti i tifosi diventano protagonisti dei campionati - spiega ancora- Dobbiamo punire chi fa i cori razzisti e fare in modo che i giocatori siano d'esempio, ecco perché bisogna punire i calciatori che insultano un collega per il colore della pelle". Il problema è complesso, forse sottovalutato, in Italia, da alcune questure. Perché non identificano e puniscono chi fa i cori razzisti? A San Siro erano a volto scoperto, non ci voleva molto a scoprirli coi mezzi sofisticati (anche sonori) di cui dispone la polizia. O fa più comodo tenerli in uno stadio, dove sono facilmente (si far per dire) controllabili, oppure lasciarli liberi-magari con un Daspo-per le vie della città? Bisogna deciderci: lo vogliamo combattere il razzismo?