Razzismo, vergogna impunita

30/05/2013 10:31

Facciamo un passo indietro. Il 26 maggio la Nord espone questo striscione: “La storia è sempre quella, sul petto vuoi la stella”. È un messaggio dal forte e inequivocabile valore antisemita. Valore avvalorato da una scritta di identico tenore apparsa poco dopo su un muro a Prati. Dello striscione non c’è però traccia nel comunicato del giudice sportivo, che decide, si legge, «in base alle risultanze degli atti ufficiali». E sugli atti non c’è niente? Nì. Stando alla versione della Figc, che sul tema è estremamente sensibile tanto dall’aver avviato una proficua collaborazione con l’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, il 26 maggio erano presenti all’Olimpico quattro sostituti procuratori federali. Quattro, per l’importanza della partita. Per non farsi sfuggire nulla. E quindi come potevano non vedere quello striscione? L’hanno visto, dicono infatti in Federcalcio, ne hanno preso nota e hanno spedito le loro riflessioni a Tosel.

Non erano contenute nel referto, attenzione, ma nella relazione che lo accompagnava. Queste riflessioni altro non erano che una valutazione personale, il cui senso sarebbe stato pressappoco questo: «Nella "stella" sembra esserci un riferimento alla stella di David», simbolo del popolo ebraico e della Shoah, dunque degli orrori nazisti e del negazionismo storico. A quanto risulta a "Il Romanista", però, il giudice sportivo non avrebbe ritenuto queste considerazioni sufficienti a far scattare una sanzione che, dicono, sarebbe stata durissima. Tosel, spiega un’altra fonte, dalla prossima stagione non adotterà più le mezze misure. Non si passerà più necessariamente dalla diffida, scatterà immediatamente la del settore incriminato, quello autore dei cori razzisti o dove compaiono delle scritte xenofobe. Resta la considerazione iniziale, quello striscione l’ha fatta franca. Sebbene, davvero, non fosse suscettibile di interpretazioni