Società senza valori, ecco la delusione di Totti

28/05/2013 09:28

LA VIGILIA

Pur di preparare al meglio la sfida con la Lazio, la settimana scorsa aveva evitato ogni tipo di contatto pubblico, da una comparsata agli internazionali di tennis alla conferenza-stampa di sabato pomeriggio all’Olimpico.
Soltanto l’incontro, irrinunciabile, con Papa Francesco. Una scelta, la sua, legata al desiderio di evitare dichiarazioni o polemiche e a quello di arrivare all’appuntamento di domenica pomeriggio nelle migliori condizioni psicofisiche. Non è servito a nulla: la Roma ha perso e ora non resta che il rimpianto per l’occasione persa e il dolore per la sconfitta.

IL DOMANI

E, adesso, Francesco, alla pari di tutti i tifosi della Roma, aspetta di conoscere quale sarà il nuovo allenatore. Ma alla faccenda non dà peso più di tanto: per lui, da sempre, contano di più i giocatori. Il 9 luglio dello scorso anno, nel ritiro di Riscone, disse con fermezza che la squadra non era attrezzata per le prime posizioni, «la Roma non è competitiva: servono i campioni» (e il giorno dopo venne duramente bacchettato dal ds , «ha parlato solo per far piacere alla gente»): i risultati gli hanno dato ragione. Lui non si considera esente da colpe, ma visti i precedenti ormai dà poca importanza al nome dell’allenatore.
Sa che contano i giocatori, non il tecnico. I bravi giocatori. Un allenatore può metterci del suo, ma a suo giudizio ciò che realmente fa la differenza sono i valori tecnici dei calciatori.

LA SPERANZA

Ecco perché, più che un nuovo o vecchio allenatore, spera che nella Roma tornino in fretta senso di appartenenza e reale attaccamento alla maglia. Valori fondamentali che, secondo Francesco, sono andati svaniti negli ultimi mesi. E nella Roma questo era successo raramente. O forse mai.